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Il Culto dei Celesti

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2012 20:42
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24/11/2011 01:41
 
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Storia del culto dei celesti


Fin dall’inizio dei tempi, prima che ogni razza venisse creata, due divinità solcavano i mari e le terre vergini dei territori ad ovest dei Regni D’Oriente. Le due Divinità erano due facce della stessa medaglia, due fratelli gemelli Theojr e Meojr. Essi non avevano sesso,ma il primo presentava un aspetto austero, massiccio nel corpo e i lineamenti del volto erano marcati e squadrati, i suoi capelli erano fatti di energia pura ed erano corti; il secondo invece aveva un aspetto più delicato, gentile e i lineamenti erano dolci e fini, i capelli erano della stessa sostanza di quelli del fratello ma per una sola cosa si differenziavano, essi scendevano lunghi e morbidi sul corpo della Divinità. Ben presto videro che tutte le altre divinità iniziavano a creare i propri figli: delle creature da proteggere e guidare, cosi sentendosi soli essi decisero di generare a loro volta dei discendenti a loro immagine e somiglianza…
Theojr quindi prese tra le mani una folgore dal cielo e la scagliò con forza sulla terra: un tuono fortissimo e un terremoto vennero provocati da quel gesto e dal terremoto mischiato alla folgore e al tuono nacque un essere , un essere dalle fattezze molto simili a quelle del Dio, fisico massiccio, lineamenti marcati e aspetto austero; egli, da quei tre elementi da cui prese la vita, assorbì la forza e il coraggio. Così venne generato il Primo Uomo.
Meojr invece fece scendere una lacrima dal suo volto e la fece cadere sulla terra, provocando una pioggia intensa che fece fiorire i fiori e nascere le piante. Dall’unione della pioggia con piante e fiori nacque un secondo essere dalle fattezze molto simili a quelle della Dea, come verrà successivamente definita Meojr, dal fisico delicato e dai lineamenti fini e dolci. Questa creatura dalle tre essenze da cui prese la vita, assorbì il sentimento e la bellezza. Così venne generata la Prima Donna.
Le due Divinità, restarono visibili ai due figli e decisero di affiancarli per insegnare loro le cose principali e utili a sopravvivere, come due genitori amorevoli. Meojr e Theojr quindi insegnarono ai propri figli come vivere in quel mondo che fino ad all’ora era stata la Loro casa vuota. Theojr prese da parte il Primo uomo e decise di mettere nelle sue mani un arma, l’arco e le frecce ed insegnò al figlio a cacciare per procurarsi il cibo, gli mise in mano un'ascia per tagliare la legna con cui accendere il fuoco utile a riscaldarsi. Il Dio iniziò ad essere chiamato dal figlio Padre Celeste, ed è così che si è continuato a chiamare il Dio nei secoli a venire ed è così che ancora tutt’ora viene chiamato. Meojr invece prese da parte la Prima donna e le insegnò a coltivare la terra, a far nascere crescere e raccogliere le piante utili per il loro nutrimento, ad allevare gli animali, ad occuparsi del focolare e soprattutto spiegò alla donna come crescere un figlio. La Dea iniziò ad essere chiamata Madre Celeste dalla figlia, e così fu per tutte le generazioni successive fino ad ora.

Le due Divinità continuarono a vivere con i propri figli i quali diventavano sempre più bravi nelle abilità che i loro Genitori gli avevano dato e iniziarono anche a procreare: nacquero due figli un maschio ed una femmina. Le due Divinità, felici di questo lieto evento e fieri del comportamento dei figli, decisero di far scendere una benedizione su di loro e sulla loro progenie: Sarebbero diventati esseri immortali e potenti come i loro Creatori. In questo modo le due Divinità iniziarono vivere con i propri figli e la loro progenie in serenità.
Ma pur troppo un fatale giorno un Dio di cui non si conosce il nome, invidioso della felicità delle due Divinità e non sopportando che altri esseri fossero immortali e potenti come Loro, decise di agire per farla terminare. Egli fece nascere un cespuglio di bacche maledette simili a tante altre che gli uomini utilizzavano come cibo, così essi non accorgendosi dello zampino del malvagio Dio, le mangiarono.
Fu a quel punto che il Dio invidioso si mostrò ai figli di Theojr e Meojr e alle due Divinità stesse, dicendo loro cosa aveva fatto: mangiando quelle bacche era scesa su di loro una maledizione, essi erano diventati mortali e non erano più potenti come i loro Genitori e così sarebbe stato per tutta la progenie a venire. Le due Divinità infuriate con il Dio invidioso, decisero di maledirlo a loro volta: nessuno si sarebbe mai più ricordato del suo nome e sarebbe stato rinchiuso in una prigione nelle viscere della terra ove mai nessuno, mortale o Dio, avrebbe potuto raggiungerlo.

La Madre Celeste e il Padre Celeste tristi per quello che era successo ai figli provarono ad aiutarli, ma i loro tentativi furono vani: la magia del Dio invidioso era stata troppo potente in quanto il male puro era andato in Suo soccorso. Così furono costretti a rassegnarsi ma non abbandonarono i loro figli ora così fragili e indifesi e diedero loro, oltre alla protezione divina, delle armi forgiate dallo stesso Theojr: le spade. Ignari erano però, i due Creatori, di cosa nei secoli successivi sarebbe accaduto.

Quando i Loro due figli divennero vecchi e morirono, Theojr e Meojr si accorsero che i loro spiriti ancora erano vivi e così, per evitare che altre Divinità invidiose potessero togliere Loro la vicinanza alla Progenie, decisero di far andare i loro spiriti in un luogo protetto e sicuro, un luogo che Loro stessi custodivano, un luogo di cui nessuno sapeva l’ubicazione, un luogo protetto da dei pesanti portoni d’oro oltre i quali nessuno mortale poteva andare: solo gli spiriti erano liberi di accedervi. Esso venne chiamato Alagheon.
Il Padre e la Madre Celesti però non raggiunsero i propri figli: dovevano ancora guidare la loro discendenza, dovevano proteggerla e aiutarla.

Così i secoli passarono, Theojr e Meojr non si rendevano conto dei cambiamenti che stavano avvenendo tra la loro progenie. Offuscati dalla gioia di vedere i loro figli cosi numerosi, non si stavano rendendo conto che l’unione tra le famiglie stava iniziando a sgretolarsi, tanto da farle dividere in quattro trubù insediate in quattro diversi territori dei regni ad occidente.
Queste tribù presto entrarono in conflitto tra di loro, molto probabilmente per questioni territoriali, ma c’è chi dice che iniziarono a scontrarsi per chi delle tribù avesse i caratteri somatici più simili a quelli Padre e della Madre Celeste; così ebbero inizio delle guerre fratricide tra le quattro tribù che durarono circa tre o quattro anni. Le due Divinità guardavano incredule quelle uccisioni e ne piangevano le perdite, ed è in quegli anni che il Dio Theojr fu definito il Dio protettore dei guerrieri perché a lui si deve la creazione della spada.
Il Padre Celeste però non aveva costruito quell’arma per far uccidere gli uomini tra di loro, ma per proteggerli da un eventuale minaccia esterna; quindi le due Divinità Celesti si adirarono con i loro figli e per punirli di ciò che stavano facendo, lanciarono contro di loro un’epidemia che fu chiamata la Grande Peste; essa durò fino alla fine delle battaglie fratricide.
Posto fine all’epidemia i Celesti si presentarono ai superstiti: dissero ai figli che l’epidemia era stata causata da Loro per punirli di quella guerra insulsa in cui si erano scontrati, tutti erano figli loro e nessuno era escluso dal loro amore, ma ormai una decisione era stata presa i Celesti si sarebbero ritirati dietro le porte dell’Aalagheon senza possibilità di ritorno, mai più si sarebbero fatti vedere dai loro figli che si erano comportati così male, ma avrebbero comunque garantito loro protezione e aiuto se fossero stati in difficoltà. Da quel giorno gli umani capirono il proprio errore e non vi furono più guerre tra le quattro tribù.
Gli uomini a questo punto tristi per la scomparsa dei loro Genitori Divini iniziarono a costruire in loro onore grandi tempi con all’interno due statue che rappresentavano fedelmente le due Divinità, ai cui piedi venivano issati due altari e da lì i sacerdoti celebravano i loro rituali, mentre i fedeli assistevano numerosi.

Storia della Composizione del “Clero”


Il culto delle due Divinità è complementare, in quanto la Madre celeste viene considerata come Colei che costruisce e da vita, mentre il Padre celeste viene considerato come Colui che rappresenta la fine del ciclo della vita e conduce gli spiriti dei figli nell’ Alagheon. Al culto della Madre, per tradizione, venivano iniziate le figlie secondogenite delle nobili famiglie delle quattro tribù. Esse andavano a vivere al tempio dedicato alle due Divinità e li imparavano ogni cosa dalle consorelle piu anziane, come svolgere i rituali ad esempio, come onorare e pregare la Dea Madre e tutte le sue creature. Le giovani aiutavano i poveri che giungevano al tempio a chiedere elemosina o cibo e davano ristoro ai viaggiatori che bussavano alle porte del tempio. Esse erano donne pacifiche, non usavano mai la violenza di nessun genere, si dedicavano completamente alla Dea e a nessun’altro.
Al culto del Padre invece, per tradizione, venivano iniziati i figli secondogeniti delle nobili famiglie delle quattro tribù, anch’essi andavano a vivere al tempio dedicato alle Divinità e lavoravano duramente con i confratelli piu anziani, imparando da loro la storia del culto e l’arte della spada simbolo dello stesso Dio. Duri allenamenti e preghiere, da questo erano caratterizzate le giornate dei figli consacrati a Theojr e dovevano assicurare protezione alle consorelle devote a Meojr, quindi proteggerle in caso di pericolo.

Con il tempo la situazione però iniziò a cambiare. Gli iniziati al tempio calarono di numero in quanto le famiglie smisero di consacrare costantemente i propri secondogeniti alle divinità, diventarono sempre meno, fino a scomparire del tutto. Cosi si vennero a creare le cariche che attualmente si conoscono: ovvero i due Sommi Sacerdoti, cioè gli anziani del tempio.

Qualche anno piu tardi vi fu poi la Grande Rivolta. Essa fu un episodio molto importane e significativo nella vita del culto dei Celesti, infatti riguarda la dura protesta avvenuta contro gli esponenti dello stesso culto.
Nella società vi erano alcune donne che sapevano maneggiare molto bene la spada, ovvio è che esse venivano viste male dagli altri e magari anche derise dagli stessi uomini, che si ritenevano di gran lunga superiori ad una donna nel combattere. Ma esse erano tenaci e confidavano nella fede nel Padre celeste, avrebbero voluto consacrarsi a Lui se fosse stato possibile, ma cosi non era in quanto solo gli uomini potevano ambire al ruolo di Sommo Sacerdote di Theojr.
La stessa cosa stava succedendo ad un gruppo di uomini che erano devoti alla Dea Madre: essi confidavano in Lei e dedicavano la loro esistenza al rispetto delle creature viventi e della vita che scorre sulla terra, evitavano di usare spade o violenza, ma non potevano consacrarsi e dedicarsi alla Dea in quanto al culto potevano venir consacrate solo le donne. Ovviamente anche questi uomini venivano derisi dagli altri, essi venivano chiamati deboli e donnicciole per il loro comportamento cosi pacifico.
Un giorno, durante un rituale di preghiera per onorare il nuovo raccolto, uno degli uomini devoti alla Madre Celeste…forse il piu ardito e coraggioso...iniziò a parlare protestando in nome degli uomini e delle donne che non potevano dedicarsi ai propri Dei, perché bloccati dalle assurde regole imposte dal “clero”. Così anche gli altri, incitati dall’uomo, iniziarono a protestare e nacque quel giorno la Grande Rivolta degli uomini che volevano poter diventare Sommi Sacerdoti della Dea e delle donne che volevano diventare Somme Sacerdotesse del Dio. Il clero cercò di soffocare tali rivolte arrestando di continuo i rivoltosi, ma la cosa iniziò loro a sfuggire di mano quando i ribelli divennero troppi per esser controllati. Cosi il Consiglio Celeste, formato dai due Sommi Sacerdoti, cambiò le regole e ammise anche le donne guerriere al tempio come devote al Dio e lo stesso fecero per la Dea, accogliendo al tempio anche gli uomini devoti ad Essa. Ed è da questo giorno che il culto sia di Meojr che di Theojr è misto: donne e uomini possono dedicare la loro vita alla divinità a loro piu affine senza alcun problema perché, come decretò il Consiglio Celeste, “essi sono indistintamente figli delle Divinità…i Genitori Celesti non fanno distinzione tra uomo e donna…per Loro noi tutti siamo loro figli”.

Le festività dedicate agli Dei


Le due Divinità rappresentano il Ciclo della Vita di ogni essere che popola la terra, partendo dai frutti donati da quest’ultima fino ad arrivare ai loro stessi figli gli uomini.

La Madre Celeste viene vista come la Dea della rinascita, Colei che tutto crea, Colei alla quale si sacrificano in parte i frutti della Madre Terra, Colei che protegge le nascite e i nascituri, Colei che protegge le fanciulle e le madri di famiglia, Colei che protegge la famiglia stessa. Dea associabile alla Luna, in quanto seguendo il ciclo lunare si coltivano i campi; con la Luna si basano anche i cicli femminili: quindi la Luna è simbolo dell’essere femminile e la Madre Celeste è Colei che ha dato vita alla Prima Donna.

Essendo Meojr la Dea della nascita, una festa si celebra in suo onore proprio nel giorno in cui tutto inizia a rinascere, tutto nella natura inizia a riprendere vita dopo il lungo sonno dei mesi invernali. Il giorno dedicato alla Dea Meojr è l’Equinozio di Primavera.

21 Marzo: Il rito si svolgerà in una radura del bosco vicino al Tempio, dedicato alle due Divinità. Prima di tutto i fedeli la mattina del giorno dell’Equinozio prepareranno il luogo ove avverrà il rituale (//questo ovviamente non necessita una giocata masterata, i player nella mattina suddetta potranno liberamente giocarsi tale preparazione se vorranno, altrimenti verrà solo accennato nella giocata riguardante il rituale)essi inizieranno a creare ai lati dell’altare di pietra, due grandi cataste di legna per formare i due fuochi che verranno successivamente accesi, poi inizieranno ad addobbare l’altare di pietra predisponendo sopra di esso un panno bianco ove verranno sparsi petali e coroncine di fiori, poi al centro di quattro delle coroncine verrà disposta una candela che resterà spenta fino alla cerimonia. Attorno al luogo ove avverrà il rituale verrà disteso un nastro bianco a creare una forma circolare, questo sarà il Cerchio Sacro e ancora non verrà chiuso. La Cerimonia vera e propria inizierà con l’arrivo della Sacerdotessa della Dea, ella entrerà dal lato ove il cerchio formato dal nastro ancora non è stato unito e si posizionerà dietro l’altare. A quel punto quando tutti i fedeli si saranno disposti all’esterno del cerchio, lasciando libero il passaggio non ancora chiuso, con una candela ciascuno stretta tra le mani e la Sacerdotessa sarà pronta, farà cenno ad alcuni fedeli disposti attorno ai falò con delle fiaccole che getteranno all’interno delle due pire per farle ardere. Questo darà vita al rituale: il fuoco sarà il simbolo della luce, in quanto in questo giorno si è fuori dall’inverno buio e grigio ove tutto era sopito, con la luce invece tutto riprende vita.
Poi due credenti porteranno alla Sacerdotessa un ramoscello ardente, ella a quel punto ne prenderà uno per mano e inizierà ad accendere le candele sull’altare e una volta che su di esse vi danzerà un’allegra fiammella la Sacerdotessa darà segno ai fedeli di accendere le proprie candele. Una volta che tutte le candele saranno pronte ella aprirà la cerimonia pronunciando una preghiera di invocazione alla Dea, quindi finito ciò entreranno cinque credenti scelti tra la folla, ognuno con una cosa differente tra le mani.
Il primo terrà una ciotola con all’interno degli oli profumati che poggerà, dopo essersi inchinato, sull’altare; il secondo terrà una ciotola contenente diversi tipi di sementi che, dopo essersi inchinato, poserà anch’egli sull’altare; il terzo terrà una ciotola contenente della terra e di nuovo dopo essersi inchinato, la poserà sull’altare; il penultimo terrà tra le braccia un fascio di fieno tenuto stretto da un nastro rosso, simbolo delle messi che in estate si andranno a raccogliere e lo poggerà sull’altare dopo essersi inchinato; infine l’ultimo porterà un agnello che legherà ai piedi dell’altare dopo essersi anche lui inchinato. A quel punto la Sacerdotessa inizierà a benedire le varie offerte: prima di tutto prenderà la ciotola con la terra e alzandola in alto pronuncerà una preghiera di benedizione, quindi tornerà a posarla sull’altare, allo stesso modo farà con le sementi e con il fascio di fieno, benedicendo nel caso delle sementi i frutti della terra e nel caso del fascio di fieno un raccolto abbondante.
Quindi terminato ciò rivolgerà la sua attenzione al piccolo agnello legato ai piedi dell’altare, prenderà tra le mani la ciotola con gli oli profumati e immergendo indice e medio nel liquido benedirà l'animale, pronunciando una preghiera e creando un cerchio tra gli occhi dell'angello; ciò simboleggia la benedizione di tutto il bestiame e di tutti gli alimenti che si traggono da esso (//ovvero carne, formaggi, latte ecc).
Finita questa parte di cerimonia la Sacerdotessa chiederà ai fedeli se tra loro vi sia qualche coppia d’innamorati o giovani sposi che vuole far benedire la loro unione in quel giorno di festa e pregare la Dea perché renda loro la vita felice, protegga la loro famiglia e i loro figli; oppure far benedire la donna cosi che possa generare figli forti e sani. Se cosi è le coppie verranno fatte entrare all’interno del cerchio, sempre dal lato ancora aperto, e una per volta andranno innanzi alla Sacerdotessa per essere benedetti. Ella immergerà il pollice nella ciotola degli oli e disegnerà una linea orizzontale sulla fronte dei due innamorati e pronuncerà la preghiera alla Dea che si addice alla situazione (//come detto prima benedizione della loro unione, preghiera per la protezione della loro famiglia e dei loro figli ecc) e se la coppia richiede anche la benedizione alla donna, la Sacerdotessa poggerà la mano destra sul ventre della donna e pregherà la Dea a finche, in quel giorno ove si celebra la fertilità dei campi, renda anche la donna in questione capace di generare dei figli sani e forti. Cosi una volta terminato il rito si faranno uscire dal cerchio le coppie (// sempre se ce ne sono e sempre facendole uscire dalla parte del cerchio ancora aperta) e uno dei fedeli si accingerà a chiudere il nastro che forma Cerchio Sacro, creando cosi il perfetto Ciclo della Vita. Con questo termina il rito religioso vero e proprio e la Sacerdotessa quindi potrà dare inizio ai festeggiamenti caratterizzati da canti, danze e banchetti in onore della Madre Celeste.

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Il Padre Celeste invece viene visto come il Dio della caduta, Colui che a tutto pone una fine, Colui il quale completa il percorso del Ciclo della vita, tra le Sue braccia infatti finiscono gli spiriti dei defunti, Egli quindi conduce per mano i suoi figli oltre le porte dell’Alagheon. Il Padre celeste è in equilibrio con la Madre Celeste: Ella crea, Lui “distrugge”. Il Dio Theojr è considerato anche il protettore dei guerrieri, dei cavalieri e di ogni persona che impugna un’arma, viene infatti considerato il creatore delle armi stesse, Colui che fece conoscere all’uomo l’arco e le frecce per cacciare gli animali e cosi trarre cibo dalle loro carni, Colui che creo la Spada. Egli è protettore dei fabbri e delle loro fucine, quest’ultimi infatti consacrano a Lui ogni buona lama che forgiano. Puo essere considerato il Dio della guerra, ma Egli non è crudele e sadico, Egli ama i propri figli e quest’ultimi confidano in lui per trovare la forza necessaria alla battaglia.
Il Dio è associabile al Sole, in quanto esso rappresenta il trionfo, la gloria e lo splendore dei guerrieri che coraggiosi combattono; simbolo di saggezza e forza, simbolo dell’occhio del Padre Celeste che osserva i figli e li protegge durante le ore diurne.

Quindi essendo il Dio che pone il termine al ciclo vitale di ogni essere, una festa si celebra in suo onore proprio nel giorno in cui il sole comincia di nuovo a calare, perché la metà scura dell'anno si avvicina. L’Estate lascia il passo all’Autunno, e questo non è solo un momento dell’anno, ma qualcosa di più importante. È anche una dimensione della vita di ogni essere vivente: si nasce, si cresce, e si ritorna alla Madre Terra, nell’eterno Ciclo della Vita. In questo giorno tutto vien messo a riposo, tutto nella natura inizia ad assopirsi e a morire dopo la fioritura e la vita frenetica dei mesi primaverili ed estivi. Il giorno dedicato al Dio Theojr è l’Equinozio d’Autunno.

21 Settembre: Il rito si svolgerà all’interno del Tempio dedicato alle due Divinità. Prima di tutto i fedeli, la mattina del giorno dell’Equinozio, prepareranno il luogo ove avverrà il rituale (//questo ovviamente non necessita una giocata masterata, i player se presenti nella mattina suddetta potranno liberamente giocarsi tale preparazione se vorranno, altrimenti verrà solo accennato nella giocata riguardante il rituale) essi accenderanno un braciere all’interno del Tempio, dietro all’altare di pietra posto innanzi alla grande statua del Dio Theojr, poi inizieranno ad addobbarlo. Stenderanno sopra di esso un panno color blu notte, posizionando poi solo quattro coroncine di fiori, gli ultimi della stagione, al cui centro verranno quindi poste quattro candele accese. Al centro dell’altare viene poggiato un coperchio di ferro, non spesso e leggero, decorato con delle pregiate incisioni e da un fiocco nero legato sul pomello.
La cerimonia vera e propria inizierà con l’arrivo del Sacerdote del Dio nel Tempio, che raggiungerà l’altare e vi si fermerà innanzi, i fedeli lo seguiranno allinterno dell’edificio di culto con una candela accesa tra le mani e la propria arma (//per chi sa maneggiarne una ovviamente, pg uomo o donna non fa differenza purché sia dedito al combattimento es: cavalieri, mercenari, combattenti ecc). Il sacerdote si volterà quindi verso i fedeli e, quando tutti saranno dentro il Tempio, pronuncerà una preghiera di invocazione al Dio dando cosi inizio alla cerimonia.
Finita la preghiera, si volterà e andrà a posizionarsi dietro all’altare, a quel punto alcuni credenti presi a caso tra la folla, porteranno: il primo una grande pagnotta di pane rotonda, il secondo una caraffa di vino,il terzo una ciotola con della farina, il quarto un'altra con alcuni frutti di stagione e l’ultimo con un coltello adornato con un nastro nero legato sul manico. Essi, uno per volta, poggeranno la loro offerta sull’altare e si inchineranno innanzi alla statua del Dio e al Sacerdote suo rappresentante. Quindi quest’ultimo prenderà il coltello e taglierà il pane a metà, ne spezzerà con le mani un pezzo e voltandosi verso il braciere (// ove le fiamme ardono gia dalla mattina) getterà il pane tra le fiamme e pronuncerà una preghiera di ringraziamento al Dio, lo stesso farà per i frutti che taglierà a metà con il coltello e con un pugno di farina. L’ultimo sarà il vino, che verrà versato un poco nel fuoco e il resto in un grande calice d’argento; ogni offerta al Dio è ovviamente seguita da una preghiera di ringraziamento.
A questo punto il Sacerdote si volterà verso l’altare, ove uno dei fedeli avrà appoggiato il grande calice con il vino, e preso quest’ultimo tra le mani berrà un sorso del liquido rosso e lo passerà poi agli altri cinque credenti che lo hanno assistito fino ad ora, attualmente posti in cerchio attorno all’altare, ognuno ne berrà un sorso fin quando il calice non sarà tornato nelle mani del Sacerdote che lo poggerà sull’altare, concludendo cosi il circolo. (//non è importante se il vino resta ancora nel calice, l’importante è che tutti e cinque piu il Sacerdote abbiano bevuto un sorso di vino dallo stesso calice) In questa parte del rituale si ringraziano gli Dei per aver dato un raccolto fruttuoso tanto da ricavare quel cibo (//il pane, la farina, i frutti) e quei succosi nettari rappresentati dal vino (//ma in realtà si riferisce anche alla birra, al sidro, all’idromele ecc)e si spera che nell’anno avvenire sia lo stesso. Terminata questa parte di rituale si procede alla successiva, quella riguardante il momento dell’anno che sta per arrivare, il momento dell’anno in cui le ore di luce diminuiscono e aumentano quelle di tenebra, questo è rappresentato dallo “spegnimento dei fuochi”. Il Sacerdote infatti prenderà tra le mani il coperchio di ferro e voltandosi nuovamente verso il braciere, lo posizionerà accuratamente sopra le fiamme per soffocarle e quindi spegnerle, nel mentre pronuncerà una preghiera atta ad invocare l’aiuto, la guida e la protezione del Dio durante questo periodo buio dell’anno.
Quindi tornerà verso l’altare e spengerà la fiammella delle quattro candele (//è sufficiente anche un semplice soffio da parte del sacerdote), a quel punto inviterà tutti i fedeli a fare lo stesso con quella che tengono tra le mani. Finito questo il Sacerdote chiederà due ciotole contenenti rispettivamente dei semi e della terra piu un panno nero o blu notte; ora prenderà le sementi e le verserà nella ciotola con la terra, le mescolerà ad essa e quindi poggerà sopra al contenitore il panno nero per coprire la “ terra seminata”. A questo punto pronuncerà una preghiera, per chiedere la protezione delle sementi da parte del Dio durante il periodo autunnale e invernale. Il gesto del panno adagiato sopra la ciotola con la terra seminata con l’intento di coprirla, simboleggia il periodo di riposo della terra con i semi appena piantati.
Questa parte del rito ormai è conclusa, e avrà ora inizio la parte riguardante la benedizione dei guerrieri: il Sacerdote infatti si farà avanti ponendosi innanzi all’altare, anziché dietro, e alzerà le braccia al celo chiedendo ai fedeli di alzare le loro armi per la benedizione da parte del Dio. Invocherà infatti quest’ultimo, chiedendo di rendere resistenti le lame e coraggiosi i guerrieri che le impugnano e di proteggerli e guidarli durante le battaglie.
A questo punto il Sacerdote sceglierà un guerriero/a tra la folla e gli/le dirà di avanzare; una volta che gli sarà innanzi, prenderà l’arma che impugna il guerriero/a e, immerse due dita (indice e medio) della mano destra nella ciotola degli oli profumanti che uno dei fedeli gli avrà portato, benedirà l’arma creando una linea orizzontale attraversata da tre linee verticali.(es: ----|----|-----|--- ), questa sarà una benedizione simbolica che completa quella gia fatta a tutte le armi dei presenti.
Con questo termina il rito religioso vero e proprio e il Sacerdote quindi potrà dare inizio ai festeggiamenti caratterizzati da canti, danze e banchetti in onore del Padre Celeste.


Il Rito Nuziale


Il matrimonio è un momento importante, l’unione dei due Figli, l’unione che porta alla procreazione, dono prezioso concesso agli umani dalle due Divinità. La richiesta dovrà essere fatta almeno due settimane prima del rito ad uno dei due Sacerdoti (//del Dio o della Dea non ha importanza).Il rito si svolgerà in questo modo:

La cerimonia avrà luogo nel Tempio delle due Divinità Celesti, i due sposi dovranno provvedere all'allestimento dell'altare ed alle offerte che saranno donate alle due Divinità, ovvero dovranno comunicare ai Sacerdoti come adornare l’altare (//il panno da posizionare sull’altare, i fiori da utilizzare come decorazioni) e una pietra a loro scelta, che durante la cerimonia dovrà essere lavata e purificata quindi benedetta dal Sacerdote: essa sarà la pietra protettrice della nuova famiglia che si sta formando.
Gli sposi dovranno portare anche gli anelli che saranno simbolo della loro unione, in oltre dovrà esserci almeno un testimone ciascuno (// minimo uno per la sposa e uno per lo sposo…massimo due per la sposa due per lo sposo). Non è necessario che la sposa vesta di bianco, ma è necessario che la sera prima del matrimonio intrecci personalmente una coroncina di fiori con le sue stesse mani, essa sarà una delle offerte che verranno donate alla Dea, l’uomo invece dovrà creare un intarsio di legno con un coltellino, su di esso vi saranno incise o solo le iniziali dei due sposi o (// se il pg ha conoscenze piu ampie nell’artigianato…ovvero possiede delle skill) qualcosa di piu complesso simboleggiante sempre il loro amore che verrà donato al Dio.

Il rito inizierà con il Sacerdote dietro l’altare e lo sposo innanzi in attesa della futura moglie che entrerà accompagnata dal padre o dal fratello o comunque da un parente di sesso maschile piu stretto, che una volta portata all’altare la sposa, dovrà personalmente mettere la mano di lei in quella di lui e stringere entrambe le mani dei due sposi nelle proprie e recitare tale formula :

“Io ti affido ( nome della sposa) Prenditene cura come se fossi io stesso ancora a badare a lei, aiutala nella buona e nella cattiva sorte…proteggila da chiunque osi toccarla e farle del male…e siate soprattutto felici il piu a lungo possibile”.


A quel punto il rito puo iniziare.
Il Sacerdote o la Sacerdotessa che starà celebrando il rito, si rivolgerà a chi si è riunito nel tempio ad assistere al matrimonio, dando loro il benvenuto e invocando con una preghiera le Divinità ad presiedere la celebrazione.

Quindi chi starà celebrando il rito dopo la preghiera di invocazione, inizierà con tale formula:

" Cari Fratelli, siamo oggi qui riuniti in questo Sacro luogo per
unire in matrimonio questi due cuori (nome degli sposi)
nel nome degli Dei che vegliano sulle nostre anime.
O Dei! fate che la loro unione non sia corrotta dal peccato. Fate che
il loro amore reciproco sia un pegno nei loro cuori, un mantello
sulle loro spalle, una corona sulle loro fronti."


A quel punto il Sacerdote o la Sacerdotessa si avvicinerà ai due bracieri posti alle sue spalle rispettivamente innanzi alle due statue del Dio e della Dea(//preparati dai parenti stretti degli sposi poco prima della cerimonia) e li accenderà con una delle torce, che uno degli sposi gli consegnerà. A quel punto si avvicinerà all'altare facendo cenno ad uno degli invitati di avvicinarsi con un cuscino di raso bianco su cui sarà poggiata la pietra scelta dai due sposi (// ovviamente in questo momento andrà specificato il nome e il colore della pietra scelta) e rivolgendosi a loro dirà:

"Questa Pietra (nome della pietra) che voi avete scelto sarà la vostra pietra guida, la pietra che darà forza alla vostra famiglia. E'la prima pietra di una costruzione, la prima pietra delle fondamenta della vostra vita insieme…da questa dovrete partire e ad essa aggiungere tante altre piccole pietre che andranno a formare una costruzione solida che il tempo mai riuscirà a corrodere. Essa sarà la pietra che vi proteggerà…”


Quindi il Sacerdote o la Sacerdotessa immergerà la pietra in un catino d’acqua profumata con petali di rosa e poi la purificherà spalmandovi gli oli per la benedizione che avverrà attraverso una preghiera agli Dei: chiederà loro che quella pietra sia un tramite attraverso il quale Essi possano agire direttamente per proteggere i due congiunti.

Una volta fatto ciò il Sacerdote o la Sacerdotessa tornerà a rivolgersi agli sposi e guardandoli in volto dirà loro:

"congiungete le vostre mani e ponetele innanzi a me"

Una volta fatto ciò, il Sacerdote o la Sacerdotessa dirà:

"Ora qui davanti a me, prima/o testimone della vostra unione e
rappresentante degli Dei, agli astanti e ai vostri due testimoni
pronunziate la vostra promessa”


A questo punto i testimoni faranno un passo avanti e si metteranno ai lati dei due sposi. Il Sacerdote o la Sacerdotessa pronunzierà il nome dello sposo poi dirà:

"Pronuncia ora la tua promessa (// facoltativo: lo sposo può fare un suo discorso e non seguire la formula base di rito) o altrimenti ripeti con me : "io (nome dello sposo) giuro di stare accanto
a (nome della sposa), nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore,
in salute e in malattia, in ricchezza e in poverta' e prometto di
amarla e rispettarla fino all'ultimo giorno della mia vita"”


Dopo la promessa lo sposo infilerà l’anello all’anulare sinistro della sposa, quindi il Sacerdote o la Sacerdotessa pronunzierà il nome della sposa e le dirà:

“Pronuncia la tua promessa (// facoltativo: la sposa puo fare un suo discorso e non seguire la formula base di rito)o altrimenti ripeti con me: "io (nome della sposa)
giuro di stare accanto a (nome della sposo) nel bene e nel male,
nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in ricchezza e in
poverta' e prometto di amarlo e rispettarlo fino all'ultimo giorno
della mia vita”


Dopo la promessa la sposa infilerà l’anello all’anulare sinistro dello sposo.
Ora chi si occupa dello svolgimento del rituale si rivolgerà ai testimoni e chiederà loro se hanno ascoltato la risposta degli sposi.

"Testimoni avete ascoltato il giuramento degli sposi? Ricordate che
in qualita' di amici e testimoni dovrete soccorrerli in caso di
bisogno e sorreggerli moralmente nel loro cammino insieme, se avete qualcosa da dire ditelo pure"


La risposta dei testimoni sarà in genere un “si” convinto e sicuro, parleranno uno alla volta e se vorranno potranno pronunciare anche loro un breve discorso o una breve promessa nei confronti dei due sposi, di cui saranno il sostegno morale e materiale nella loro futura vita insieme.

Dopo aver ascoltato tutte le promesse a questo punto il Sacerdote o la Sacerdotessa porgerà un calice agli sposi contenente del vino, dal quale i due sposi berranno entrambi.

Il Sacerdote o la Sacerdotessa prenderà due candele da sopra l’altare e le porgerà ai due sposi che le accenderanno, quindi uno degli invitati porterà una candela piu grande e la porgerà a chi sta svolgendo il rito, quest’ultimo la poggerà sull’altare e inviterà i due sposi ad accenderla contemporaneamente con entrambe le loro candele. Una volta fatto ciò il Sacerdote o la Sacerdotessa diranno ai due sposi:

"Avete acceso queste candele che rappresentano lo scambio della
sacra fiamma e dell'amore che insieme ne vanno ad accendere una unica
che rappresenta la passione della vostra vita. Che questa sacra
fiamma faccia risplendere il vostro amore e lo irradi di gioia
infinita, scaldando ogni giorno di piu' i vostri cuori!"


Quindi ora il Sacerdote o la Sacerdotessa prenderà la coroncina intrecciata dalla sposa e il legno inciso dallo sposo e li porgerà, la prima allo sposo e lo inviterà a gettarla nel braciere posto innanzi alla statua della Dea, e il secondo alla sposa e la inviterà a fare altrettanto con il braciere posto innanzi alla statua del Dio. Quindi dirà:

“Con queste offerte i due sposi hanno fatto onore a Voi o Padre e Madre Celesti, essi Vi hanno ringraziato per averli fatti incontrare e innamorare e Vi hanno chiesto umilmente la Vostra protezione e guida ”

Detto ciò chi starà celebrando il rituale continuerà con questa formula:

"E ora in presenza degli Dei da me rappresentati, di tutti i presenti e dei due testimoni, sentiti i loro e i vostri due giuramenti, vi dichiaro marito e moglie!
Che gli Dei vi accompagnino sempre lungo la vostra nuova strada insieme.
Ora (nome dello sposo) puoi baciare la sposa"


E con questo la cerimonia sarà terminata e il Sacerdote o la Sacerdotessa potranno dare il via ai festeggiamenti.
[Modificato da Eshlyn 04/06/2012 20:42]
[Eshlyn Dearenis]


§…lei che è sempre stata forte d’animo…lei è figlia di una donna Lannister! Lei ha il sangue del leone nelle sue vene!...§



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04/06/2012 20:42
 
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Clausole per il Resurgo: Chi può averlo e chi no


La resurgo deve essere fatta secondo un rituale, che prevede preghiere e invocazioni alle divinità da parte di entrambi i Sommi Sacerdoti del culto. (la descrizione del rito è lasciata al master fato che se ne occuperà)

Il rituale dovrà avvenire entro i 15 giorni dalla morte, il corpo sarà tenuto nel tempio dei Celesti dove si terrà la veglia funebre da parte dei famigliari e sopratutto alla presenza di almeno uno dei due Sommi Sacerdoti. Trascorsi i 15 giorni il corpo inizierà il processo naturale di decomposizione.

I parametri che la morte del pg deve avere per essere sottoposta al resurgo sono:

- Il corpo non deve essere estremamente mutilato (per esempio decapitazione o rogo)

- La morte deve essere avvenuta in modo violento (per esempio durante un combattimento con un pg/png/mostro o un omicidio ecc) e non per motivi come la morte naturale del pg (vecchiaia) o suicidio, o incidente causato da se stessi (inciampo, cado da un burrone e muoio... esempio futile ma lampante).


I parametri che il pg deve avere per usufruire del resurgo sono:

- Il pg in vita doveva essere fedele al culto dei Celesti, e devoto ad almeno una delle due divinità

- Il pg in vita doveva aver preso parte ai due rituali in onore delle due Divinità, o almeno a quello della divinità a cui è devoto.

- La sua morte non deve essere stata causata da un litigio ricercato dal pg stesso per futili motivazioni (ad esempio da lui parte una rissa in locanda perchè tizio non l'ha salutato).

- Il pg deve almeno avere attorno i 500 punti esperienza

- Il pg che viene ucciso mentre è intento a difendere la corte, un debole in pericolo, o il culto stesso (ad esempio si è battuto per difendere un appartenente alla famiglia reale, o un pg disarmato minacciato da uomini con intenzioni ostili, o si è battuto per difendere uno dei sacerdoti) ha ottime possibilità di usufruire del rito di resurgo, in quanto il suo comportamento è stato onorevole.

- Se il pg è morto durante una colluttazione, in cui lui si stava macchiando di reato di omicidio o altra violenza nei confronti di un debole, egli non avrà diritto al resurgo.

- Se il pg in vita si è macchiato di un reato che prevede la pena di morte e proprio tale pena è stata la causa del suo decesso, egli non ha diritto al resurgo in quanto si è macchiato di un reato terribile.
[Eshlyn Dearenis]


§…lei che è sempre stata forte d’animo…lei è figlia di una donna Lannister! Lei ha il sangue del leone nelle sue vene!...§



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