Eccomi con le modifiche apportate,un dubbio alla richiesta skill,e se cambiassi in resistenza,in quanto viene frustata per varie turni,?
comunque o fatto le modifiche richieste .
Nome:Shane
Cognome: Sanchez
Paese: Spagna
Età: 19 anni
Allineamento: Caotico - Malvagio
Caotico/malvagio:il Distruttore, lo psicotico assassino che si abbandona a esplosioni di furia incontrollata, senza alcun rimorso di coscienza. La sua personalità è instabile e fidarsi di lui può essere letale: qualunque cosa succeda, cercherà sempre di preservare se stesso.
C'era una volta come nelle favole più belle ,una principessa,bella come un raggio di sole,su di lei gli sguardi indugiavano ..ma nessuno potè mai averla,nessuno tranne uno dei più malvagi e terreficanti uomini della sua isola,un ragazzo dalle fattezze divine,crini neri occhi di un viola tenue,labbra serrate per mezze verità,corpo atletico..come poteva resistere a quell'inganno la giovane principessa,cadde nella trappola,e lui la fece sua schiava.riversando su di lei,le più atroci torture,le più infide carezze,finchè una notte quando nel cielo ,alta selene rifletteva su quei corpi nudi i suoi raggi ,io Shane iniziai a crescere dentro mia madre..quella notte mia madre accolse in sè quel seme dal quale dopo mesi di sofferenze e urli nacqui io..
Ero un piccolo fagottino,pelle come la neve ,due occhioni d'ametista che già guardavano il mondo con dispetto,mia madre mi accolse fra le sue braccia,percepì il battito del suo cuore ''tum tum''ma con violenza venni strappata dalle sue braccia,mani possenti e callose mi avvolsero e da allora di mia madre ho perso ogni traccia.
LA VITA''L'UMILIAZIONE''
Da piccola divenni una ragazza molto bella,i miei occhi si respecchiavano in quelli di mio padre,fui allevata da una serva,ricordo ancora le grida e le urla di quella donna,sottomessa ai voleri di mio padre,come potevo diventare una ragazza dolce,lussuria accidia mi perseguitavano ,giorni strazianti a resistere a quelle grida,mi rinchiudevo in camera e stavo rannicchiata in un angolo,con le mani sulle orecchia,ma inutile quella voce si era insinuata dentro me ,la mia anima era corrotta e inquinata...Fù poi il momento di crescere,e anche mio padre si rese conto che stavo sbocciando diventando sempre più bella,l'esatto ritratto di mia madre,non sò cosa gli prese,da quel giorno la mia vita divenne un inferno.Ogni notte lui veniva nella mia stanza,ogni notte mi scopriva le spalle ed infieriva su di me,con il manico della frusta,io stringevo i pugni,i denti affondavano sulle labbra,non una lacrima versai,non un pianto,le mie parole e il tremito nella mia voce gli piacquero molto,come scintilla su un materiale infiammabile,vidi la luce della crudeltà accendersi nel suo sguardo.''dunque sei qui per compiacermi?''si appoggiò allo schienale del letto e sorrise senza dolcezza,''benisimo allora''
riprese facendomi un cenno col mazzo di fasces,''alzati ,e lasciati guardare.''restai in piedi sotto il suo sguardo avido,tremando mentre valutava ogni centimetro del mio corpo,la pressione mi pulsava nelle orecchie ,mentre mio padre mi fissava ,un rossore mi coprì la pelle e un calore mi risalì le vene.
''spogliati'',disse brusco..E' una cosa mostruosa provare piacere da un trattamento simile,le lacrime mi si affollavano negli occhi mentre scioglievo il corsetto e mi liberavo del vestito,lasciandolo scivolare dalle spalle e ricadere intorno ai piedi fino a rimanee davanti a lui con un paio di calze di cotone..''se desidere essere degna figlia di tuo padre devi rimanere in silenzio..''riprese arcigno ,facendo scoccare le fasces sul palmo della mano''sei d'accordo ?''.Fissai le verghe di betulla ,flessibili e crudeli,che gli colpivano il palmo,il respiro mi si fece corto,irregolare,fino a che non fui costretta a chiudere gli occhi ''si padre '''''voltati allora e metti le mani sulla nuca''ancora impartì ordine e io ,,mi girai tremante ,
gli occhi sempre chiusi, raccogliendo i capelli sciolti.Lo udii trarre un lungo respiro fremente alla vista della mia schiena nuda,lo uddi alzarsi e percepii un lieve sibilo quando tirò indietro le verghe di betulla.Persino a occhi chiusi riuscivo a vedere la foschia rossa che si diffondeva,colpiva con il manico,un lampo cremisi di dolore mi percorse la pelle ,non potei evitare di urlare di spezzare il silenzio con la mia voce..Ogni notte si ripeteva il solito rituale,ogni notte qualcuno urlava e piangeva,si contorceva nel dolore.Non ne potevo più,un giorno decisi di fuggire da quella casa degli orrori,sapete cosa vuol dire,crescere in un posto,dove dal nascere del sole al calare,non facevo che sentire urla ,gemiti,pianti,ero turbata consapevole che se avrei continuato a restare ,sarei impazzita..
LA FUGA
Ebbene ecco il giorno in cui..diedi una svolta alla mia vita,le tenebre erano calate,il tempo era impetuoso come d'altronde la mia anima,pioveva ma non bastò a frenarmi,raccolsi quei pochi abiti che avevo,riponendoli in una sacca,scesi in silenzio le scale,gemiti e urletti irrompevano nel silenzio,basta non ne potevo più,mi morsi le labbra e sangue uscì da esse,ribolliva come un uragano ,ero arrabbiata e volevo far smettere quelle gride,non sò che cosa mi prese,ma mi pervase una rabbia incompresa,e quello che successe ,è macabro da raccontare ma devo farlo.
Decisa e con lo sguardo freddo presi un coltello,uno di quelli che si usano per andare a caccia,la lama brillava ,lucente e pulita,ma io volevo che si impregnasse di rubineo,silenziosa un ombra avanzai nella stanza di mio padre,nonostante fossero passate 40 primavere,era ancora bellissimo,guardavo lui e vedevo me stessa,ero il suo clone ma femminile,fù anche per questo che colpirlo fù molto difficile,pensavo di infierire su di me,una furia cieca mi attraversò,colpì tante volte,sangue fluttuava copioso sul letto,la schiava succube urlava come una matta,ma fra le due quella pazza ero io.Sadica la risata che scivolò dalle mie labbra,sulle quali prima di andarmene passai voluttuosa lingua,come per assaporare quell'atmosfera d'orrore..Di me non si seppe più nulla,scomparvi come una bolla di sapone.
L'INCONTRO
UN GIORNO mentre se me ne stavo nel bosco..a riposare sdraiata,si avvicinò un uomo,avevo solo 15 anni era ancora una bambina agli occhi degli estranei,ma avevo dovuto crescere in fretta in quel mondo ostile e buio,o sarei forse morta di fame,l'uomo disse di chiamarsi Maicol.Mi accolse fra le sue bracce come un padre,mi raccontò che non poteva avere figli,perchè sterile e mi portò con sè,in una capanna in mezzo alla foresta...Si prese cura di me,dandomi quell'amore che mio padre non mi aveva forse mai dato.Iniziò una nuova vita per me,Maicol mi insegnò molto,dall'uso della balestra,alla posizioni principali per autodifendersi,lo inseguì per oceani e mari,facendo sempre quello che lui mi chiedeva,non capivo che lavoro svolgesse,a volte se ne andava la mattina,e ritornava la notte,e io lo aspettavo senza domandare mai nulla.
L'ADDESTRAMENTO Iniziai così ,il mio addestramento,la situazione all'inizio non mi pesava, Maicol mi trattava con gentilezza, si fece più difficile quando diventai la sua allieva.Le prime lezioni furono davvero dure,fui costretta a stare dietro il passo veloce di lui per intere giornate,senza mai fare una sosta,la sera le gambe mi facevano male,poi iniziai a non sentire più il sacrificio, lui mi diceva che dovevo avere un corpo scattante,e presto raggiunsi l'obbiettivo. La seconda lezione che imparai è la capacità di ascoltare e riconoscere i vari rumori,''i passi di un animale,il frusciare delle foglie,ecc''tutti suoni che appresi in fretta. Inizia la lezione sulle armi,all'inizio sono teoriche''come è fatto un pugnale ,come si ripara,come tirare con l'arco''poi passai alla pratica,uccidendo io stessa un animale nel bosco.
LA FINE
Ma fù una notte d'inverno,pioveva fortissimo ,lui non c'era..uscì dalla capanna ma di lui non vi era neanche l'ombra,lo chiamai urlando con tutta la forza..ma solo l'eco ritornava come risposta..disperata ritornai dentro la capanna e decise di aspettarlo..fù così per altre infinite notti ma di Maicol..nessuna traccia..raccolsi le poche cose che gli appartenevano.la balestra e due abiti,fra cui il lungo mantello lucido, cose regalatole da lui.e lasciai per sempre la capanna risoluta a trovarlo...
Vagai' per mesi alla ricerca,dormendo fuori,nei posti più svariati,all'intemperie e ai pericoli,ma io ero una roccia e non avevo paura di niente,mi guadagnavo da vivere facendo dei lavoretti,in cui era richiesto l'uso della balestra,venni ingaggiata spesso dai mercanti,che mi pagavano profumatamente per uccidere piccoli animaletti nel bosco..Fù una donna che incontrai per caso alla taverna,che mi raccontò di un assassino che era stato ucciso e corrispondeva perfettamente alla descrizione di Maicol...fù proprio da lei che appresi che colui che mi aveva accolta fra le sue braccia,era un assassino ,che dietro arduo compenso,uccideva sensa pietà alcuna,fù un vero colpo per me apprendere che colui che in un certo senso ammiravo era stato un assassino.Decisi di lasciarsi alle spalle il passato..e di cominciare una nuova vita,ero sola,e poco più di una ragazzina,vagai per miglia in posti mai visti,mi fermavo ogni notte a dormire nelle taverne,appresi la disciplina del combattimento..specializzandosi nell'uso della balestra..passavano in fretta i giorni..e il mio corpo si sviluppò divenendo sempre più femmineo..sentivo quegli sguardi su di mè,pronti a toccarmi.a carezzare la mia pelle pura,.mi chiusi in me stessa divenendo molto ostile..con il tempo la dolcezza che dalla nascita era innata in me..si tramutò in superbia e orgoglio fu proprio in questo periodo che divenni quella che sono ora,,una ragazza senza cuore,che prova piacere ad usare gli altri per arrivare ai propri scopi..
Quell'estate dei miei 18 anni,non la dimeticherò mai,era un giorno come gli altri,ero seduta sugli scalini della taverna,in mano tenevo la mia balestra,indossavo un paio di pantaloni aderenti,sopra un top di cuio,molto piccolo,giusto per celare il petto,sulle spalle era intrecciato da vari cordini,e lasciava intravedere le scapole,la chioma mi ricadeva selvaggia su esse,il viso acceso dalle due ametista,ero un fiore di ragazza,molto graziosa e un chè di selvaggio trapelava nell'insieme.Fui notata da una banda di mercenari,passarono davanti a me,per scomparire dentro la taverna,ricordo benissimo il loro capo,un uomo di fattezze molto marcate,lunghi capelli neri mossi,li baciavano il volto,occhi neri che trafiggevano solo a guardarli,una cicatrice partiva dal collo e lo percorreva lungo il petto,indossava vesti nere di pelle,una camicia aperta fino all'addome,ai fianchi due scimitarre e sulla schiena una frusta,rimasi colpita e un poco impaurita,non li avevo mai visti,chi erano cosa volevano? non entrai in taverna,ero una che si faceva i fatti suoi,associale riservata.Passarono molte ore ed il sole stava per lasciare il posto alle tenebre,non mi ero mai mossa da quei gradini,forse aspettando che i visitatori uscissero dal locale.
Tutto quello che successe dopo lo ricordo benissimo,un eco di risate un calcio alla porta della taverna,poi due braccia possenti mi presero dal dietro,afferrandomi per le spalle,una voce suadente calda ma dal tono che non ammetteva repliche[mia bella fanciulla voi verrete con noi?state ferma o dovrò sciupare il vostro bel corpo!]come reagire a tali minacce,non reagì lasciai che l'uomo mi caricasse sulle spalle,come si fà con un sacco di patate,chiusi gli occhi ed una lacrima amara mi rigò l'ambrato viso,la balestra fù dimenticata su quei gradini,ero senza la mia arma con la quale mi sentivo sicura,nelle mani di quei mercenari.
Iniziò un calvario,fui trasportata sopra una nave,chi erano cosa volevano da me?? mi rinchiusero in una stiva,era buio e l'odore di polvere mi soffocava,non sò quanto tempo trascorsi in quello stato,il cibo mi veniva portato da un ragazzino il quale non rispondeva alle mie domande,molto presto capì il perchè,il ragazzo era privato della lingua.
Era una notte quando qualcuno entrò ,non era il ragazzino ma quell'uomo tenebroso,si avvicinò a me,era ubriaco lo potevo percepire dall'odore che aveva portato,mi izzai in piedi allontanandomi da lui,ero sporca puzzavo di polvere,i capelli erano un groviglio di stoppa,perchè mi guardava così,cosa aveva in mente..non mi fu dato il tempo di rispondere,mi prese mi strappò il top con rabbia e mi spinse alla parete,il cuore incominciò ad esplodermi in petto,la paura e la ferocia dell'uomo mi penetrarono nell'animo,in quel momento pensai al peggio,che m'avrebbe privata derubata della mia innocenza,ma erano altre le intenzioni dell'uomo.Mi prese per un braccio,stringendomi forte,mi scaraventò con il petto alla parete,le mani furono legate ad un anello di lamiera,il primo colpo fù lieve,come uno sgraffio di un animale,ma poi le schioccate forti annunciarono colpi sempre più forti e dolorosi,la mia schiena nuda fù lacerata dalle frustate,il sangue gocciolava lo sentivo caldo che scivolava a bagnarmi i fianchi,non piansi come avrei potuto fare,ma il viso era tramutato in una maschera di ghiaccio,inpenetrabile.Sentì l'alito dell'uomo sfiorarmi le guance un sussurro mi invase completamente[Siete il mio giocattolo,dovrete abituarvi a queste visite notturne,e quando non mi soddisferete più vi getterò fra le fauci dei miei uomini,ma se ve ne starete buona potrei ridarvi la libertà!].Quelle parole mi gettarono nello sconforto più totale,mi rifiutava di mangiare,dimagrendo giorno per giorno,come promesso lui venne a farmi visita molte notti,usandomi come bersaglio,ferendo la mia pelle ambrata,ma il dolore era diventato altro,come un piacere,si era plasmata a quelle frustate,non mi ferivano più,ma mi davano la forza per continuare a riceverle,mai quell'uomo mi toccò con le sue mani,era un dono che poteva avere solo la sua frusta,e io non lo comprendevo.Ero sua completamente ,la sua schiava serva ma lui non andò mai oltre a quelle frustate,solo una notte,lui non era ubriaco come sempre era sobrio,perfino il suo odore era gradevole,si avvicinò ,osservandomi dall'alto al basso,soffermandosi sul mio viso,come se non m'avesse mai guardata fino in fondo,mi passò una mano sulla schiena ferita,carezzandola per la prima volta con il tocco delle sue dita,[siete una perla rara,che cosa vi ho fatto?invece di darti il mio amore e rendervi più bella,vi ho usato come un giocattolo,potrete mai dimenticare il dolore che vi ho dato?]quelle parole mi colpirono,non pensavo che lui fosse capace di dirle,di avere un cuore,fissai i miei occhi viola in quelli di lui e rimasi immobile come una statua,anche se le carezze dell'uomo mi provocavano ben altre reazioni,avvicinò il suo viso al mio,sfiorando con le sue labbra le mia,per poi farle sue,fu un bacio intenso,che mi prese in tutti i sensi,lui il mio calvario mi diede nuove emozioni,ma quel momento durò pochissimo..si sciolse da me e con voce calda [siete libera di andare,un giorno verrò io a trovarvi e quel giorno sarete mia!].
Fù dopo un anno di notti passate a subire le angherie dell'uomo,che lui mi diede la libertà,lasciandomi sulle sponde di questa lande..con la promessa che un giorno sarebbe tornato a riprendermi.Mi ritrovai su queste terre,indossavo i pantaloni ed il top di cuio,la pelle della mia schiena nasondeva le ferite,erano quasi invisibili,ricicatrizzate da un unguento che tutte le mattine il ragazzo muto,mi spalmava .Su queste terre iniziai il suo nuovo cammino,ma ormai il mio carattere si è indurito,come la mia pelle.
L'ARRIVO
Eccomi qui,approdata su questa terra,dannatamente bella sono,un corpo che richiama alle pratiche più lussuriose,peccato scivola dalle mia labbra,sangue son intrise le mie mani,difficile di carattere ,infida come il male ,pura come l'innocenza,datemi il tempo di ambientarmi,di farmi conoscere e forse qui scriverò anche di voi...
Ogni boccone rafforza l'ombra e la sua fame.