Umani-Corte di Zanna Dorata

Bg Eshlyn

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    Eshlyn
    Post: 47
    Città: BRACCIANO
    Età: 33
    Sesso: Femminile
    00 03/03/2011 00:10
    Seduta su di una poltroncina in velluto rosso una giovane dai capelli neri scrive china su un grimorio, piuma d’oca tra le dita della mano destra che si muove elegante su quei fogli di pergamena….quella giovane sono io Eshlyn Dearenis. Sto scrivendo la storia di una ragazza che vorrebbe essere come tante ma che in realtà è una principessa…già perché quello è il mio rango alla corte degli umani. Ma iniziamo dal principio…..

    Nacqui ben ventitre anni or sono in una tiepida notte stellata di primavera, la luna brillava alta in cielo assieme alle sue sorelle stelle a rischiarare il buio che era ormai calato da diverse ore nel regno di Zanna Dorata, ove la razza umana si era insediata da diversi anni.

    Il tutto si svolse ed ebbe inizio in un palazzo… maestoso e pieno di torri sopra le quali garrivano all’aria primaverile gli stendardi della famiglia reale, una famiglia nobile e importante…la mia famiglia: i Lannister. Quel palazzo cosi grande infatti era Castel Granito il palazzo reale situato nella cittadina a cui da il nome e capitale del regno. Una luce da una finestra proveniva, una luce tremolante cosparsa di numerose ombre che andavano e venivano in ogni direzione in movimenti rapidi e agitati, era la stanza di uno dei componenti della famiglia reale, la principessa Lienna Lannister. Fuori da quella stanza nel corridoio buio a mala a pena illuminato dal chiarore della luce diverse persone sostavano impazienti ed irrequiete, in particolare una, un uomo un nobile lord alfiere della famiglia reale, il marito della principessa che era chiusa da ore in quella camera assieme a diverse serve balie e levatrici. La porta si apriva e chiudeva e ogni volta l’uomo sobbalzava e impallidiva ma vedendo che non era nulla di grave continuava a passeggiare avanti e in dietro con impazienza innanzi alla porta, sulla parete opposta vicino alle alte vetrate, invece, vi erano altre figure: una donna dai capelli biondi e dal viso bellissimo che teneva in braccio un bambino di due anni, un uomo piu anziano di colui che agitato si muoveva innanzi alla stanza, teneva per le spalle la donna bionda, egli era il principe Edmure Lannister. Poco più in la c’erano altre due figure, una piu anziana e l’altra piu giovane erano rispettivamente Re Jhonas Lannister e la madre dell’uomo nervoso, Milady Lodien: insomma l’intera famiglia reale era presente li in quel corridoio quella notte per assistere ad un evento atteso per ben nove mesi….la nascita di un bimbo. Trambusto proviene dalla stanza, prima dei lamenti, seguiti da incitazioni da parte di molte voci femminili e poi un grido di donna seguito qualche secondo dopo dal pianto energico di un neonato. L’uomo sentendo il grido di sua moglie si era spaventato e bloccato innanzi alla porta che ora lentamente si apre e ne esce una levatrice dal viso paffuto “Milord Brytosh…venite…vostra moglie vi attende” un sorriso porge a tutti quella donna che ora apre di più la porta per far entrare l’uomo. Egli si precipita con passo svelto verso la moglie che con espressione stanca ma felice teneva tra le braccia un fagotto avvolto tra alcune coperte, Brytosh si avvicina accarezzando prima il volto della donna e poi quello della piccola creatura tra le braccia di sua moglie, si volta ora verso quest’ultima con occhi raggianti per la gioia di vedere quel fagottino li innanzi a loro. La moglie gli sorride e mormora “è una femminuccia….come la chiamiamo?” il nobile le sorride e le posa un bacio delicato sulla fronte per poi tornare con lo sguardo sulla bimba “Eshlyn…il suo nome sarà Eshlyn!”. Cosi in quella notte stellata nacqui io…

    La mia infanzia trascorse felice come quella di tutte le bimbe nate in famiglie nobili ed agiate, avevo ogni cosa i miei genitori ritenessero indispensabile per la mia crescita e per il mio divertimento, giocattoli e cibo a volontà. Crescevo con mio cugino Daniel Lannister, figlio del primogenito del Re Jhonas mio nonno che nel fra tempo aveva ceduto a suo figlio le redini del Principato di Zanna Dorata. Eravamo due bambini cosi diversi quanto uniti… io una piccola bambina paffutella dai capelli e occhi neri …lui tipico Lannister ovvero un bimbo magro dai capelli biondi e gli occhi di un profondo azzurro. Giocavamo sempre assieme e ci combinavamo i dispetti più disparati e nel mentre crescevamo sani e robusti. All’età di sette anni mio cugino però iniziò a giocare di meno con me perché la Signorina Rottenmaier lo prendeva e lo portava in una stanza grandissima con tanti libri per studiare…allora io andavo dai miei nonni e gli chiedevo il perché di tale cosa e il perché lui non poteva giocare con me…e allora Lodien e Jhonas iniziavano i loro litigi tra ‘una degna istruzione per un degno sovrano’ e ‘una degna perdita di tempo per un bimbo ancora giovane’ e io li osservavo senza sapere cosa fare. Poi però arrivò il mio turno, anche io fui costretta ad iniziare a studiare e solo alcune lezioni mi piacevano e mi appassionavano ed erano quelle della geografia del regno e degli altri territori delle Terre del sole e la storia del Principato…le ascoltavo e viaggiavo con la mente, viaggiavo ogni volta che la governante non che istitutrice ci raccontava le storie di quei posti. Però non vi erano solo quelle lezioni, c’erano lezioni su come si comporta un nobile uomo con una gentile fanciulla e io ero costretta ad aiutare mio cugino in quelle esercitazioni che finivano sempre in una risata di noi bambini e nelle urla isteriche compreso lo svenimento della povera Rottenmaier. Mi divertivo, ogni giorno era un gioco, ogni lezione era una nuova avventura in cui scoprivo molte cose. Crescevamo in fretta, Daniel ormai aveva dieci anni e doveva essere istruito all’arte della spada, cosi nostro nonno si inizio ad occupare di lui mentre io durante quei momenti di solitudine venivo lasciata con la governante che mi iniziò a spiegare tutte le arti che una giovane fanciulla di nobili origini doveva saper fare come ad esempio ricamare, cantare, suonare uno strumento e soprattutto il saper comportarsi in occasioni importanti, l’etichetta che vigeva a corte e iniziò a vestirmi con abiti pieni di merletti e ricami dalle lunghe gonne che mi procuravano un enorme fastidio. Il più delle volte quindi sgattaiolavo via dalla lezione del giorno per andare dritta dritta da mia nonna Lodien e li arrivavano le vere risate, mia nonna era una nonna diversa dalle altre, era una nonna energica e soprattutto era una nobildonna ribelle e l’ammiravo e l’amavo con tutta me stessa perché anche il mio animo era cosi…a differenza di mio cugino che faceva ogni cosa gli veniva ordinata o richiesta, io mi ribellavo sempre come alle lezioni della Rottenmaier che riguardavano il comportamento dei nobili. I pomeriggi con mia nonna invece erano divertenti facevo tutte le cose che facevano le ragazzine normali della mia età, facendo prendere poi crisi di grida e svenimenti per la governante come quando aveva portato al palazzo un piccolo pipistrello. A questo punto venivo portata da mio nonno Jhonas e li venivo rimproverata da quest’ultimo e rimessa sulla dritta via. Amavo anche mio nonno, sapevo che anche se burbero lui mi voleva bene infatti passavo molto tempo anche con lui magari passeggiando a cavallo o discorrendo di come un re per farsi rispettare doveva parlare al popolo, o a come un re doveva parlare agli alleati per convincerli che stavano facendo la scelta giusta. A quel punto lui mi diceva sempre di provare e io timidamente iniziavo a parlare tenendo piccoli discorsi ad un pubblico immaginario, cosi ci esercitavamo di continuo, anche con Daniel, a volte persino lui era presente durante quelle sere con il nonno, gia perché in fondo io e Daniel eravamo cresciuti come due fratelli e da tali venivamo trattati dagli altri e ci comportavamo tra di noi. Io volevo bene a mio cugino come un fratello maggiore, solo una volta finimmo per litigare, ma facemmo subito pace, fu quando per puro caso Daniel mi aveva trovata ad osservare tutta assorta e con espressione sognante il capitano delle guardie Ser Thomas…l’uomo che ogni volta che scappavo dalle lezioni della Rottenmaier era costretto a rincorrermi ovunque per la città di Castel Granito. Mio cugino dispettoso aveva iniziato a prendermi in giro fin quando non gli saltai quasi a dosso per picchiarlo, ma alla fine questo era servito per fare pace tra di noi e far tornare tutto tranquillo.
    Crescevo ancora diventando una giovane di bell’aspetto, iniziavano a comparire le prime forme da donna e i miei genitori gia pensavano ad un possibile marito per me, io lo sapevo ma non volevo crederci, preferivo sognare con le lezioni sulla storia e sulla geografia, sul culto e sulle tradizioni del principato o delle altre zone delle Terre del sole fin quando un giorno in segreto presi una decisione. Avevo quindici anni quando una sera mi presentai nelle stanze di mia nonna Lodien e le dissi “nonna…voglio partire per scoprire il mondo…voglio partire per vedere con i miei occhi tutte le meraviglie che la signorina Rottenmaier ci espone durante le lezioni e quelle che vedo sui miei libri…voglio vederle sul serio…” mia nonna allora aveva sgranato gli occhi e aveva risposto “figlia mia…hai quindici anni sei troppo piccola aspetta almeno un paio d’anni…” io testarda avevo ribattuto fin quando mia nonna non aveva ceduto con un sorriso “oh vieni qui sei proprio come me!” e dopo un lungo abbraccio mi fece promettere che sarei partita soltanto se accompagnata da una domestica più grande di me. Quando una sera a cena comunicai ciò a tutti i miei familiari al completo, mi ritrovai molti visi contrariati innanzi … i miei genitori erano adirati con me in quanto non volevano che una ragazzina di appena quindici anni andasse da sola per terre ove non c’erano solo amici ma anche nemici e pericoli, mio nonno rosso in volto diceva che era una cosa da pazzi e che solo una donna come Lodien poteva aver assecondato, per me c’erano ben altri progetti, avrei dovuto sposarmi avere figli e tutto ciò che una nobildonna doveva fare. Ma io continuai imperterrita appoggiata da mia nonna, continuai a sostenere le mie affermazioni a spiegare che non sarei stata sola in quanto una domestica più grande sarebbe venuta con me. Mio nonno a quel punto aveva iniziato a valutare la cosa e alla fine mi chiese “sei cosi sicura di volerlo fare nipote mia?” io risposi di si con un espressione convinta in volto, cosi egli annuì “e sia…” disse e in quel momento il mio cuore inizio a fare capriole di gioia, i miei genitori non erano ancora d’accordo ma mio nonno disse che se volevo crescere dovevo partire cosi da dimostrarmi che il mondo non è poi cosi rose e fiori come lo immaginavo io... insomma secondo lui questo viaggio mi doveva servire da lezione e soprattutto secondo lui sarei tornata dopo qualche giorno in quanto abituata alla vita agiata di corte non sarei mai riuscita a resistere la fuori e a vivere come una viandante qualsiasi. Comunque il giorno dopo iniziai a preparare i bagagli e tutto ciò che serviva per il viaggio e decisi che la mattina seguente sarei partita all’alba e cosi fu. La partenza fu dolorosa dover salutare tutti quanti mio cugino i miei genitori i miei nonni … ero molto triste e piansi molto quel giorno, ma alla fine era ciò che avevo desiderato e sognato e ora si stava realizzando, niente etichetta niente signorina Rottenmaier solo io un cavallo la mia serva e il mondo tutto da scoprire.

    Vagai in lungo e in largo per ogni luogo esistente nelle Terre del Sole, certo mio nonno aveva ragione non è stato per niente facile vivere a quel modo senza gli agi che c’erano al palazzo, ma non mi arresi continuai a viaggiare per anni e anni con la mia serva divenuta poi mia amica. Mi capitò di incontrare altre persone nei miei viaggi, ma mai dissi la mia vera identità mi presentavo sempre come Eshlyn senza precisare da dove venivo o un eventuale cognome, preferivo cosi in quanto magari potevo evitare problemi con eventuali briganti pronti a rapirmi per ricevere un appetitoso riscatto.

    All’età di ventuno anni dissi alla mia serva di tornare a Zanna Dorata in quanto ormai ero grande e soprattutto sapevo come cavarmela da sola senza bisogno di aiuto, in fondo lei era più grande di me di sei anni e per colpa mia si era preclusa una vita cosi ora che ero abbastanza grande per badare a me stessa poteva tranquillamente tornare a casa, quindi a questo punto continuai i miei viaggi da sola … ormai ero una donna e non più una ragazzina. Passarono altri due anni e un giorno mentre ero nel Durk Yull ospite alla locanda, mi trovai alla porta un garzone con una lettera in mano: essa era di mio nonno. Egli mi chiedeva di tornare perché aveva delle questioni urgenti di cui parlarmi, il Principato e il suo Re richiedevano di nuovo la mia presenza a corte e cosi iniziai il mio viaggio verso casa ….

    Nome: Eshlyn Dearenis

    Allineamento: Caotico/Buono

    Età: 23 anni
    Altezza: 1.70m
    Peso: 62 kg

    Aspetto fisico: Ragazza dai capelli corvini lunghi fino a metà schiena, viso delicato e fine dai lineamenti gentili, corpo dalle forme femminili morbide, occhi neri come la notte.

    Carattere: intelligente, testarda e soprattutto ribelle, non accetta le cose imposte da altri se non quelle imposte da se stessa, non ama chi si prende gioco degli altri e soprattutto non ha rispetto verso di loro. E’ una giovane attiva e sempre in movimento odia oziare, gentile e dolce dai modi tipici dei nobili perché da nobili è stata allevata, orgogliosa e leggermente impulsiva.

    Faccio richiesta della skill: Diplomazia liv 1
    [Modificato da Eshlyn 03/03/2011 00:11]
    [Eshlyn Dearenis]


    §…lei che è sempre stata forte d’animo…lei è figlia di una donna Lannister! Lei ha il sangue del leone nelle sue vene!...§



  • Yvonne90
    00 03/03/2011 15:41
    Leggendo il tuo racconto non ho potuto fare a meno di immaginare le classiche famiglie reali, numerose e governate dalla figura del maschio più anziano. L'impronta data alla pg è ben fatta, forse non originale, ma di certo del tutto adeguata al suo ruolo. Non ho trovato particolari esorbitanti o fuori luogo, quindi non ci sono problemi che ostacolino l'approvazione. Tuttavia, prima di passare a questo, vista la skill che richiedi, mi piacerebbe che tu sviluppassi maggiormente la caratteristica della diplomazia di Eshlyn, magari mettendo un bel discorsetto sulle chiare e ferme intenzioni della sua volontà di partire o con la nonna o alla presenza di tutti i famigliari. Fai in modo che la cedevolezza che induce infine a lasciare partire Eshlyn, sia preceduta dalla sua abilità nel convincerli attraverso le parole.

    Per il resto nulla da dire!

    BG NON APPROVATO IN ATTESA DI MODIFICHE PER SKILL


    La Gestione.
    [Modificato da Yvonne90 03/03/2011 15:42]
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    Eshlyn
    Post: 47
    Città: BRACCIANO
    Età: 33
    Sesso: Femminile
    00 22/03/2011 19:36
    Seduta su di una poltroncina in velluto rosso una giovane dai capelli neri scrive china su un grimorio, piuma d’oca tra le dita della mano destra che si muove elegante su quei fogli di pergamena….quella giovane sono io Eshlyn Dearenis. Sto scrivendo la storia di una ragazza che vorrebbe essere come tante ma che in realtà è una principessa…già perché quello è il mio rango alla corte degli umani. Ma iniziamo dal principio…..

    Nacqui ben ventitre anni or sono in una tiepida notte stellata di primavera, la luna brillava alta in cielo assieme alle sue sorelle stelle a rischiarare il buio che era ormai calato da diverse ore nel regno di Zanna Dorata, ove la razza umana si era insediata da diversi anni.

    Il tutto si svolse ed ebbe inizio in un palazzo… maestoso e pieno di torri sopra le quali garrivano all’aria primaverile gli stendardi della famiglia reale, una famiglia nobile e importante…la mia famiglia: i Lannister. Quel palazzo cosi grande infatti era Castel Granito il palazzo reale situato nella cittadina a cui da il nome e capitale del regno. Una luce da una finestra proveniva, una luce tremolante cosparsa di numerose ombre che andavano e venivano in ogni direzione in movimenti rapidi e agitati, era la stanza di uno dei componenti della famiglia reale, la principessa Lienna Lannister. Fuori da quella stanza nel corridoio buio a mala a pena illuminato dal chiarore della luce diverse persone sostavano impazienti ed irrequiete, in particolare una, un uomo un nobile lord alfiere della famiglia reale, il marito della principessa che era chiusa da ore in quella camera assieme a diverse serve balie e levatrici. La porta si apriva e chiudeva e ogni volta l’uomo sobbalzava e impallidiva ma vedendo che non era nulla di grave continuava a passeggiare avanti e in dietro con impazienza innanzi alla porta, sulla parete opposta vicino alle alte vetrate, invece, vi erano altre figure: una donna dai capelli biondi e dal viso bellissimo che teneva in braccio un bambino di due anni, un uomo piu anziano di colui che agitato si muoveva innanzi alla stanza, teneva per le spalle la donna bionda, egli era il principe Edmure Lannister. Poco più in la c’erano altre due figure, una piu anziana e l’altra piu giovane erano rispettivamente Re Jhonas Lannister e la madre dell’uomo nervoso, Milady Lodien: insomma l’intera famiglia reale era presente li in quel corridoio quella notte per assistere ad un evento atteso per ben nove mesi….la nascita di un bimbo. Trambusto proviene dalla stanza, prima dei lamenti, seguiti da incitazioni da parte di molte voci femminili e poi un grido di donna seguito qualche secondo dopo dal pianto energico di un neonato. L’uomo sentendo il grido di sua moglie si era spaventato e bloccato innanzi alla porta che ora lentamente si apre e ne esce una levatrice dal viso paffuto “Milord Brytosh…venite…vostra moglie vi attende” un sorriso porge a tutti quella donna che ora apre di più la porta per far entrare l’uomo. Egli si precipita con passo svelto verso la moglie che con espressione stanca ma felice teneva tra le braccia un fagotto avvolto tra alcune coperte, Brytosh si avvicina accarezzando prima il volto della donna e poi quello della piccola creatura tra le braccia di sua moglie, si volta ora verso quest’ultima con occhi raggianti per la gioia di vedere quel fagottino li innanzi a loro. La moglie gli sorride e mormora “è una femminuccia….come la chiamiamo?” il nobile le sorride e le posa un bacio delicato sulla fronte per poi tornare con lo sguardo sulla bimba “Eshlyn…il suo nome sarà Eshlyn!”. Cosi in quella notte stellata nacqui io…

    La mia infanzia trascorse felice come quella di tutte le bimbe nate in famiglie nobili ed agiate, avevo ogni cosa i miei genitori ritenessero indispensabile per la mia crescita e per il mio divertimento, giocattoli e cibo a volontà. Crescevo con mio cugino Daniel Lannister, figlio del primogenito del Re Jhonas mio nonno che nel fra tempo aveva ceduto a suo figlio le redini del Principato di Zanna Dorata. Eravamo due bambini cosi diversi quanto uniti… io una piccola bambina paffutella dai capelli e occhi neri …lui tipico Lannister ovvero un bimbo magro dai capelli biondi e gli occhi di un profondo azzurro. Giocavamo sempre assieme e ci combinavamo i dispetti più disparati e nel mentre crescevamo sani e robusti. All’età di sette anni mio cugino però iniziò a giocare di meno con me perché la Signorina Rottenmaier lo prendeva e lo portava in una stanza grandissima con tanti libri per studiare…allora io andavo dai miei nonni e gli chiedevo il perché di tale cosa e il perché lui non poteva giocare con me…e allora Lodien e Jhonas iniziavano i loro litigi tra ‘una degna istruzione per un degno sovrano’ e ‘una degna perdita di tempo per un bimbo ancora giovane’ e io li osservavo senza sapere cosa fare. Poi però arrivò il mio turno, anche io fui costretta ad iniziare a studiare e solo alcune lezioni mi piacevano e mi appassionavano ed erano quelle della geografia del regno e degli altri territori delle Terre del sole e la storia del Principato…le ascoltavo e viaggiavo con la mente, viaggiavo ogni volta che la governante non che istitutrice ci raccontava le storie di quei posti. Però non vi erano solo quelle lezioni, c’erano lezioni su come si comporta un nobile uomo con una gentile fanciulla e io ero costretta ad aiutare mio cugino in quelle esercitazioni che finivano sempre in una risata di noi bambini e nelle urla isteriche compreso lo svenimento della povera Rottenmaier. Mi divertivo, ogni giorno era un gioco, ogni lezione era una nuova avventura in cui scoprivo molte cose. Crescevamo in fretta, Daniel ormai aveva dieci anni e doveva essere istruito all’arte della spada, cosi nostro nonno si inizio ad occupare di lui mentre io durante quei momenti di solitudine venivo lasciata con la governante che mi iniziò a spiegare tutte le arti che una giovane fanciulla di nobili origini doveva saper fare come ad esempio ricamare, cantare, suonare uno strumento e soprattutto il saper comportarsi in occasioni importanti, l’etichetta che vigeva a corte e iniziò a vestirmi con abiti pieni di merletti e ricami dalle lunghe gonne che mi procuravano un enorme fastidio. Il più delle volte quindi sgattaiolavo via dalla lezione del giorno per andare dritta dritta da mia nonna Lodien e li arrivavano le vere risate, mia nonna era una nonna diversa dalle altre, era una nonna energica e soprattutto era una nobildonna ribelle e l’ammiravo e l’amavo con tutta me stessa perché anche il mio animo era cosi…a differenza di mio cugino che faceva ogni cosa gli veniva ordinata o richiesta, io mi ribellavo sempre come alle lezioni della Rottenmaier che riguardavano il comportamento dei nobili. I pomeriggi con mia nonna invece erano divertenti facevo tutte le cose che facevano le ragazzine normali della mia età, facendo prendere poi crisi di grida e svenimenti per la governante come quando aveva portato al palazzo un piccolo pipistrello. A questo punto venivo portata da mio nonno Jhonas e li venivo rimproverata da quest’ultimo e rimessa sulla dritta via. Amavo anche mio nonno, sapevo che anche se burbero lui mi voleva bene infatti passavo molto tempo anche con lui magari passeggiando a cavallo o discorrendo di come un re per farsi rispettare doveva parlare al popolo, o a come un re doveva parlare agli alleati per convincerli che stavano facendo la scelta giusta. A quel punto lui mi diceva sempre di provare e io timidamente iniziavo a parlare tenendo piccoli discorsi ad un pubblico immaginario, cosi ci esercitavamo di continuo, anche con Daniel, a volte persino lui era presente durante quelle sere con il nonno, gia perché in fondo io e Daniel eravamo cresciuti come due fratelli e da tali venivamo trattati dagli altri e ci comportavamo tra di noi. Io volevo bene a mio cugino come un fratello maggiore, solo una volta finimmo per litigare, ma facemmo subito pace, fu quando per puro caso Daniel mi aveva trovata ad osservare tutta assorta e con espressione sognante il capitano delle guardie Ser Thomas…l’uomo che ogni volta che scappavo dalle lezioni della Rottenmaier era costretto a rincorrermi ovunque per la città di Castel Granito. Mio cugino dispettoso aveva iniziato a prendermi in giro fin quando non gli saltai quasi a dosso per picchiarlo, ma alla fine questo era servito per fare pace tra di noi e far tornare tutto tranquillo.
    Crescevo ancora diventando una giovane di bell’aspetto, iniziavano a comparire le prime forme da donna e i miei genitori gia pensavano ad un possibile marito per me, io lo sapevo ma non volevo crederci, preferivo sognare con le lezioni sulla storia e sulla geografia, sul culto e sulle tradizioni del principato o delle altre zone delle Terre del sole fin quando un giorno in segreto presi una decisione. Avevo quindici anni quando una sera mi presentai nelle stanze di mia nonna Lodien e le dissi “nonna…voglio partire per scoprire il mondo…voglio partire per vedere con i miei occhi tutte le meraviglie che la signorina Rottenmaier ci espone durante le lezioni e quelle che vedo sui miei libri…voglio vederle sul serio…” mia nonna allora aveva sgranato gli occhi e aveva risposto “figlia mia…hai quindici anni sei troppo piccola aspetta almeno un paio d’anni…” io testarda avevo ribattuto fin quando mia nonna non aveva ceduto con un sorriso “oh vieni qui sei proprio come me!” e dopo un lungo abbraccio mi fece promettere che sarei partita soltanto se accompagnata da una domestica più grande di me. Quando una sera a cena comunicai ciò a tutti i miei familiari al completo, mi ritrovai molti visi contrariati innanzi … i miei genitori erano adirati con me in quanto non volevano che una ragazzina di appena quindici anni andasse da sola per terre ove non c’erano solo amici ma anche nemici e pericoli, mio nonno rosso in volto diceva che era una cosa da pazzi e che solo una donna come Lodien poteva aver assecondato, per me c’erano ben altri progetti, avrei dovuto sposarmi avere figli e tutto ciò che una nobildonna doveva fare. Ma io continuai imperterrita appoggiata da mia nonna, continuai a sostenere le mie affermazioni a spiegare "nonno, madre, padre e voi zii" dissi guardando tutti i presenti uno ad uno "so che sono piccola ma …io questo viaggio lo devo fare…perché solo cosi posso temprarmi per diventare una giovane adulta, perché nel mio viaggio incontrerei persone scoprirei come vive il popolo e come vivono le altre genti che abitano queste terre" guardai ancora tutti con attenzione "farei molte piu esperienze cosi che restando qui dentro sopra ai libri a leggere, anche perché vedendo con i miei stessi occhi come vivono le persone, provare sulla mia stessa pelle le loro sensazioni, le loro emozioni, le loro difficoltà riuscirei anche a diventare una …una principessa migliore no? Non credete nonno?" mi voltai verso il nonno con sguardo speranzoso "so che sono troppo giovane ancora ma con me ci sarà una serva piu grande, mi accompagnerà mi aiuterà non sarò sola…e poi fidatevi di me…" li guardai ancora una volta "non ho bisogno di spade se nessuno sa le mie origini nobili…se nessuno mi vede indossare vestiti sfarzosi…ma i comuni abiti delle contadine o degli altri ragazzini…posso confondermi tra loro senza alcun problema…in fondo nessuno mi conosce fuori di qui e non ho nessun effige che mi indichi come principessa…" annuii e attesi così una loro risposta . Mio nonno a quel punto aveva iniziato a valutare la cosa e alla fine mi chiese “sei cosi sicura di volerlo fare nipote mia?” io risposi di si con un espressione convinta in volto, cosi egli annuì “e sia…” disse e in quel momento il mio cuore inizio a fare capriole di gioia, i miei genitori non erano ancora d’accordo ma mio nonno disse che se volevo crescere dovevo partire cosi da dimostrarmi che il mondo non è poi cosi rose e fiori come lo immaginavo io... insomma secondo lui questo viaggio mi doveva servire da lezione e soprattutto secondo lui sarei tornata dopo qualche giorno in quanto abituata alla vita agiata di corte non sarei mai riuscita a resistere la fuori e a vivere come una viandante qualsiasi. Comunque il giorno dopo iniziai a preparare i bagagli e tutto ciò che serviva per il viaggio e decisi che la mattina seguente sarei partita all’alba e cosi fu. La partenza fu dolorosa dover salutare tutti quanti mio cugino i miei genitori i miei nonni … ero molto triste e piansi molto quel giorno, ma alla fine era ciò che avevo desiderato e sognato e ora si stava realizzando, niente etichetta niente signorina Rottenmaier solo io un cavallo la mia serva e il mondo tutto da scoprire.

    Vagai in lungo e in largo per ogni luogo esistente nelle Terre del Sole, certo mio nonno aveva ragione non è stato per niente facile vivere a quel modo senza gli agi che c’erano al palazzo, ma non mi arresi continuai a viaggiare per anni e anni con la mia serva divenuta poi mia amica. Mi capitò di incontrare altre persone nei miei viaggi, ma mai dissi la mia vera identità mi presentavo sempre come Eshlyn senza precisare da dove venivo o un eventuale cognome, preferivo cosi in quanto magari potevo evitare problemi con eventuali briganti pronti a rapirmi per ricevere un appetitoso riscatto.

    All’età di ventuno anni dissi alla mia serva di tornare a Zanna Dorata in quanto ormai ero grande e soprattutto sapevo come cavarmela da sola senza bisogno di aiuto, in fondo lei era più grande di me di sei anni e per colpa mia si era preclusa una vita cosi ora che ero abbastanza grande per badare a me stessa poteva tranquillamente tornare a casa, quindi a questo punto continuai i miei viaggi da sola … ormai ero una donna e non più una ragazzina. Passarono altri due anni e un giorno mentre ero nel Durk Yull ospite alla locanda, mi trovai alla porta un garzone con una lettera in mano: essa era di mio nonno. Egli mi chiedeva di tornare perché aveva delle questioni urgenti di cui parlarmi, il Principato e il suo Re richiedevano di nuovo la mia presenza a corte e cosi iniziai il mio viaggio verso casa ….

    Nome: Eshlyn Dearenis

    Allineamento: Caotico/Buono

    Età: 23 anni
    Altezza: 1.70m
    Peso: 62 kg

    Aspetto fisico: Ragazza dai capelli corvini lunghi fino a metà schiena, viso delicato e fine dai lineamenti gentili, corpo dalle forme femminili morbide, occhi neri come la notte.

    Carattere: intelligente, testarda e soprattutto ribelle, non accetta le cose imposte da altri se non quelle imposte da se stessa, non ama chi si prende gioco degli altri e soprattutto non ha rispetto verso di loro. E’ una giovane attiva e sempre in movimento odia oziare, gentile e dolce dai modi tipici dei nobili perché da nobili è stata allevata, orgogliosa e leggermente impulsiva.

    Faccio richiesta della skill: Diplomazia liv 1
    [Eshlyn Dearenis]


    §…lei che è sempre stata forte d’animo…lei è figlia di una donna Lannister! Lei ha il sangue del leone nelle sue vene!...§



  • Yvonne90
    00 23/03/2011 19:09
    Direi che a questo punto non posso chiederti altro. La minima interazione richiesta è stata inserita e rende sufficientemente valida la richiesta skill. Per me è a posto.

    BG APPROVATO
    SKILL DIPLOMAZIA LIV.1 APPROVATA


    La Gestione.