Umani-Corte di Zanna Dorata

Dawnrose Sunrise Harris

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    Erithel
    Post: 1
    Città: MILANO
    Età: 33
    Sesso: Femminile
    00 25/09/2011 23:07
    approvazione bg
    Nome:Dawnrose Sunrise Harris
    Età: 16 anni
    Altezza: 1,65 cm
    Capelli: Biondi
    Occhi: Azzurri
    Descrizione: Piccola, ancora in crescita. Corporatura snella, i capelli biondi ricadono sulle spalle, gli occhi azzurri grandi e curiosi sono sempre in movimento a cercare di capire, di scoprire cose nuove.
    Carattere: Combattuta tra l’essere oppressa e la voglia di essere libera. Tutti le ripetono continuamente quale sia il suo posto cioè una schiava, e lei è sempre sull’orlo tra obbedienza e disobbedienza
    Allineamento: Caotico/Neutrale

    Richiesta approvazione skill da BG: Furtività
    Oggetti da bg: collana perla nera e oro bianco
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    LA STORIA
    Dawnrose, come l’alba rosa che da qualche parte probabilmente stava rischiarando il cielo. Ma non lì, non sull’isola degli Eterni dove il sole non sorgeva mai. La madre della piccola Dawnrose la guardò con affetto e dolore insieme, sapendo che il suo destino era segnato, nonostante fosse ancora una neonata, quella piccola era già una schiava.
    Il padre e la madre della piccola erano degli stallieri che si preoccupavano di badare ai cavalli erano schiavi, da ormai tre generazioni, e lei, la piccola bimba dagli occhi azzurri e dai capelli biondii era condannata ad essere schiava.
    “Mi serve un cavallo!”
    Dawnrose si voltò verso l’uomo che aveva parlato, mentre accarezzava con affetto un cavallo dal manto nero come la notte. Prima di allora non aveva mai incontrato gli abitanti del castello, i suoi genitori si erano premurati per tenerla nascosta, anche se sapevano che non potevano farlo per sempre. La ragazzina, ormai di 14 anni, trattenne il fiato per un istante, era un uomo, di buon aspetto, con uno sguardo ipnotico.
    Abbassò gli occhi a terra chinando il capo in un inchino, sapeva come si doveva comportare, sua madre gliel’aveva detto un miliardo di volte.
    “Subito Signore” tornò ad occuparsi del cavallo che stava strigliando, lo sellò e bardò come suo padre le aveva insegnato quando era ancora una bambina, lo fece in modo impeccabile consegnando poi il cavallo al vampiro senza guardarlo negli occhi, ma lui le pose l’indice sotto il mento sollevandolo in modo che i loro sguardi si incrociarono.
    “Non ti ho mai vista piccolina, non sarai un’intrusa in cerca di guai?” malizia nella sua voce.
    La giovane scosse energeticamente la testa deglutendo lentamente mentre il suo cuore pulsava all’impazzata ed era talmente rumoroso che di certo il vampiro si era accorto della sua paura e forse era per quello che stava sorridendo.
    “Sono la figlia di due…” esitò un istante, disgustata da quello che stava per dire “Schiavi, sono una schiava” ammise infine con un sospiro di rammarico.
    “Molto bene schiava… allora non vedo perché non usufruire dei tuoi servigi! Perché scomodarmi, quando posso inviare te! Dovrai recarti lontano da qui, per consegnare un messaggio ad un umano, ti darò precise istruzioni e sarà meglio che tu non provi a deludermi, altrimenti sarà peggio per te!” il suo tono di voce minaccioso la persuase a non provare a scappare.
    “Va bene!” disse determinata, anche se prima d’ora nessuno le aveva dato ordini sapeva che prima o poi sarebbe successo per cui si sarebbe impegnata al meglio, e magari sarebbe stata usata per un compito più onorevole del pulire le stalle dei cavalli.
    “Lasciate solo che avverta i miei genitori loro…”
    “NO” il suo tono non ammetteva repliche “Partirai subito, ti muoverai in segreto, se sentirò voci del tuo passaggio sarai uccisa, chiaro??”
    La ragazzina non ribatté si limitò semplicemente ad annuire spaventata. Il vampiro le spiegò chi doveva cercare, e dove lo avrebbe trovato, le spiegò come lasciare l’isola e come farvi poi ritorno, le disse che al di fuori ci sarebbe stato il sole, alto nel cielo, che probabilmente lei non aveva mai visto.
    Prima di lasciarla andare il vampiro le alzò la testa annusando il profumo sul suo collo, sangue giovane e pulsante “La libertà renderebbe il tuo sangue ancora più gustoso probabilmente!”
    La lasciò andare, affidandole la lettera che avrebbe dovuto consegnare, chiusa da un sigillo di cera lacca senza nessuno stemma, tassativo l’ordine di non aprirla per leggerne il contenuto.
    Dawnrose cavalcò per tutta la mattina, per raggiungere il porticciolo da cui avrebbe preso una barca per lasciare l’isola. Una volta dall’altra parte avrebbe proceduto a piedi, a dire del vampiro il destinatario della lettera non abitava molto lontano.
    Giunta a terra non vide il sole, perché le nuvole lo ricoprivano, ma venne ferita comunque da quella luce, così forte rispetto alle tenebre a cui era abituata.
    C’era tanta gente, e lei non avrebbe dovuto farsi notare, almeno non avrebbe dovuto rivelare chi fosse e perché fosse lì, non avrebbe dovuto dirlo nemmeno al destinatario della missiva.
    La ragazzina si appiattì contro ad un albero, stando attenta di non farsi scorgere da un uomo che passata per il sentiero, avrebbe dato di tutto per un po’ dell’oscurità che aveva imparato a detestare.
    L’uomo passò senza scorgerla, così la ragazzina continuò ad avanzare, ma i suoi calzari, di pessima fattura e rinforzati con legno producevano troppo rumore, fu costretta a toglierli e a nasconderli, li avrebbe recuperati al suo ritorno.
    Facendo attenzione a dove metteva i piedi la ragazzina attraversò il tratto di strada che la separava dal suo obbiettivo, ma avrebbe dovuto celare il suo volto in qualche maniera. Cercò qualcosa che facesse al caso suo. Vide un uomo, sulla riva di un ruscello intento a lavare alcuni panni sporchi, dietro di sé aveva un drappo rosso, avrebbe potuto usarlo, ma doveva rubarlo, non aveva mai rubato niente in vita sua, ma c’era in gioco la sua vita. Silenziosamente si avvicinò all’uomo avendo cura di dove metteva i piedi. L’uomo stava strofinando i suoi stivali con una spazzola, il rumore che produceva contribuì a coprire il rumore dei suoi passi, e quando fu abbastanza vicina allungò il braccio e afferrò il drappo. Il cuore le batteva all’impazzata e rischiava di farsi scoprire, così si fece coraggio e cominciò ad indietreggiare, lentamente cercando di fare meno rumore possibile, fino a quando non si fu allontanata abbastanza dall’uomo, dopo di che prese a correre coprendosi il volto con il drappo che aveva appena rubato.
    Continuò per la sua strada, si fece largo tra i rovi intricati del bosco, graffiandosi le braccia e le gambe scoperte. Quando infine raggiunse la capanna dove doveva recapitare il messaggio era completamente esausta.
    Si sedette un istante a terra per recuperare le forze, il sole fece capolino dalle nubi, accecando i suoi occhi azzurri, era la prima volta che lo vedeva, ne rimase abbagliata e fu contretta a chiudere gli occhi distogliendo lo sguardo.
    Aveva sempre vissuto nell’ombra, aveva solo sentito storie sul sole, sulla luce nel cielo. La sua pelle pallida prese a risplendere accarezzata dal sole e in quell’istante Dawnrose credette di poter restare lì per sempre, impunita.
    Ma quelle sul sole non erano le uniche storie che le avevano raccontato, sua madre le aveva parlato dei vampiri, di come potevano essere crudeli e spietati, di come potevano cacciare solo per divertimento e lei sarebbe stata una facile preda. Quel pensiero bastò per farla alzare e dirigersi verso la capanna che si ergeva a qualche metro da lei, una volta terminata la missione sarebbe tornata, avrebbe continuato ad essere schiava.
    Velocemente raggiunse la porta della costruzione e bussò velocemente. Aprì un uomo enorme, alto e muscoloso, dallo sguardo truce. Abbassò lo sguardo incontrando il viso della ragazzina.
    “E tu cosa diavolo ci fai sulla mia terra??”
    “Sono solo venuta…” le parole le morirono sulle labbra quando vide l’affilato coltello che teneva tra le mani. Deglutì lentamente cercando di mantenere il controllo “Sono solo venuta per consegnarvi questa!” disse porgendogli la lettera che il vampiro le aveva affidato.
    L’uomo gliela strappò dalle mani e l’aprì, girò più volte il foglio, ma non vi era nulla scritto.
    “Mi stai prendendo in giro ragazzina?? Qui non c’è scritto niente!!” l’uomo sembrava furioso, e Dawnrose era sorpresa quanto l’uomo, il vampiro l’aveva ingannata, ma a che scopo?
    Lasciata cadere la lettera l’uomo cambiò la mano in cui teneva il coltello. Afferrò la ragazza con la mano destra, serrandola intorno al suo piccolo e fragile collo.
    “Non si scherza con me ragazzina!!” la sollevò da terra, mentre lei si divincolava strenuamente, poggiò la lama del coltello nell’incavo della spalla e la lasciò scivolare lentamente, la ragazzina urlò, ma non uscì voce dalla sua bocca.
    Allora l’uomo la lasciò cadere a terra, sferrandole un calcio alle costole. “E che ti sia di lezione!!” sbottò prima di andarsene.
    Dawnrose si mise seduta a fatica, le faceva male tutto. Si tolse il drappo dal volto e lo premette contro la ferita sanguinante, si voltò e prese a correre, mentre le lacrime scorrevano lungo le sue guancie.
    Fu di ritorno al tramonto, indolenzita e rammaricata.
    Al tramonto fu di ritorno nella stalla, dove rimise al suo posto il cavallo, e tremante tentò di ritornare nel suo alloggio.
    “Non così in fretta piccina mia!” si voltò, pallida e esausta e vide il vampiro uscire dall’ombra. “Sono piacevolmente sorpreso, non pensavo che avresti più trovato la forza di trascinare qui la tua carcassa”
    “Perché l’avete fatto?” il suo tono era un misto di rabbia e paura.
    “Per capire se sei degna!” la osservò a lungo, togliendo il drappo che premeva contro la ferita al collo, osservò con piacere il sangue che incrostava la sua pelle bianca. “E a quanto pare lo sei. Ho un altro compito per te”
    “Questo prevede che io venga uccisa??” ora non c’era più la paura c’era solo rabbia.
    “Quanta irriverenza signorina, mi piace molto! Io ti posso insegnare, posso farti diventare un’ombra, potresti derubare un uomo senza che nessuno se ne accorga! Io posso renderti… speciale!”
    Dawnrose avrebbe preferito la libertà, ma anche il compromesso di essere speciale le andava bene. Così la ragazzina accettò, il che fu puramente una cosa formale,perché il vampiro non avrebbe mai accettato un no come risposta.
    Nei mesi ed anni che seguirono il vapiro la istruì, insegnandole come muoversi, come comportarsi per far si che nessuno la notasse. Si esercitò su terreni polverosi, fangosi e erbosi, sfruttando i pregi e difetti di ognuno. Il vampiro la fece allenare giorno e notte fino a che i suoi passi non furono leggeri e felpati come quelli di un gatto. Imparò a muoversi velocemente e con grazia.
    “E’ come danzare” le disse il vampiro mentre la guardava esercitarsi nel giardino, illuminata solo dalla luce della torcia.
    Aveva ormai 16 anni e ancora tante cose da imparare.
    “Guarda” si alzò e prese tra le sue mani quelle piccole della ragazzina. “Tieni morbidi i muscoli, devi essere come una foglia nel vento, sempre pronta ad essere sospinta lontano” la fece volteggiare. “Ho un compito da darti, dovrai recuperare qualcosa per me, se ci riuscirai senza farti scoprire, e soprattutto senza farti ferire sarai pronta”
    Ormai aveva sedici anni e quel discorso lo aveva sentito decine di volte ed ogni volta era ritornata con una ferita, ed ora il suo corpo era tappezzato di cicatrici e vecchi lividi.
    Serrò le labbra “Questa volta so di potercela fare!” disse più a se stessa che all’altro.
    La missione era semplice: c’era quest’uomo, a cui il vampiro aveva venduto una collana, che stava andando a trovare l’amata per portarle in dono quel gioiello. Il suo compito era impossessarsene senza che lui se ne accorgesse.
    La ragazza sentiva di essere pronta, si era allenata per mesi interi, non poteva non esserlo.
    Attese la discesa delle tenebre, perché il Vampiro avrebbe voluto assistere alla scena dell’uomo che avrebbe fatto promesse alla sua donna per poi non mantenerle, le emozioni umane lo divertivano.

    “Sono un’ombra, sono un’ombra sono un’ombra!” Dawnrose se ne stava accuattata dietro una colonna, aveva deciso che una bella piazza affollata sarebbe stata perfetta per il suo furto. Indossava vestiti comuni, quotidiani, un abito verde scuro, i capelli biondi coperti da un drappo dello stesso colore del vestito.
    Quando il suo obbiettivo passò accanto a lei, uscì dal suo nascondiglio, la mano tesa in avanti pronta a frugare sotto i vestiti dell’uomo, lo urtò fingendo di non averlo visto.
    “Mi dispiace, messere!” disse mentre le sue mani frugavano leggere nelle sue tasche, trovò una scatolina la strinse tra le dita e la attirò a sé.
    Scivolò poi lontana prima che l’uomo potesse pensare a qualsiasi cosa. Tenne la scatolina in mano fino a che non si ritrovò in un rifugio sicuro, quindi l’aprì.
    Niente, aveva perso la sua occasione, ma non era pronta ad arrendersi. Tornò nella piazza, ma non vide il suo obbiettivo, se ne era andato, fortunatamente sapeva dove doveva recarsi, per cui sveltò salì la scala di legno checonduceva al tetto di un’abitazione, da lassù avrebbe avuto tutto sotto controllo.
    Una volta sul tetto si liberò dei suoi abiti, indossando i pantaloni e il corsetto nero, che l’avrebbero resa meno visibile. Corse sui tetti, leggera come una gatta, i suoi passi non producevano alcun rumore, dato che i suoi piedi erano avvolti da scarpe morbide. Corse guardando freneticamente la folla sottostante illuminata dalle torce, e finalmente individuò il suo bersaglio, di cui aveva memorizzato abiti e volto.
    Era certa che prima o poi sarebbe dovuto passare in una via poco illuminata, e dato che non sapeva se ce ne fossero o meno, aumentò il passo, fino a quando al di là del tetto vide la via desiderata. Prese alcune tegole e le tirò contro le lanterne in modo che cadessero a terra si premurò di farlo quando non c’era nessuno nelle vicinanze in modo che non svelasse la sua presenza.
    Quando il suo obbiettivo passò nella strada, Dawnrose, vestita completamente di nero e con il volto coperto, si calò dal tetto atterrando alle sue spalle. Avanzava lentamente per via dell’illuminazione scarsa.
    -Perfetto- pensò tra sé la ragazzina, prese un sasso e lo fece rotolare fino a quando non si arrestò a pochi cm dal piede dell’uomo che si girò per via del fruscio, questo contribuì a farlo inciampare facendolo cadere a terra.
    La ragazzina aveva prelevato il contenuto della tasca sinistra, e i suoi abiti non mostravano altre tasche oltre a quelle della giacca, per cui la collana poteva solo essere nella tasca destra della giacca.
    La caduta dell’uomo sollevò molta polvere, e il buio contribuì a celare i movimenti di Dawnrose, i cui occhi in 16 anni si erano presto abituati a penetrare l’oscurità.
    Svelta scivolò accanto all’uomo che si stava rialzando e senza esitazione tuffò la mano delicata nella tasca afferrando il fagotto che ne conteneva.
    Senza fermarsi corse contro il muro nascondendosi dietro ad una cassa di legno attendendo che il suo uomo se ne fosse andato, svoltò il fagotto e vide una collana, semplice in oro bianco con una perla nera come ciondolo, soddisfatta fece ritorno alle stalle del palazzo, dove ovviamente nell’ombra l’attendeva il suo vampiro.
    “Sono molto soddisfatto di te, ora si che mi potrai essere veramente utile, potrei anche raccomandarti a qualcuno che possa usufruire dei tuoi… servigi, la collana è tua, tienila in ricordo del nostro piccolo… accordo” concluse con malizia.
    Ma Dawnrose non stava ascoltando già pregustava qualcosa di nuovo che andava preannunciandosi, un lieve soffio di libertà.
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    Eshlyn
    Post: 47
    Città: BRACCIANO
    Età: 33
    Sesso: Femminile
    00 08/10/2011 18:18
    Perfetto...niente da aggiungere, bg scorrevole e skill ben descritta.

    BG APPROVATO
    SKILL FURTIVITA' LIVELLO 1 APPROVATA



    Prego Clio di creare la scheda OGGETTI DA BG per Dawnrose con la collana.
    [Modificato da Eshlyn 08/10/2011 18:18]
    [Eshlyn Dearenis]


    §…lei che è sempre stata forte d’animo…lei è figlia di una donna Lannister! Lei ha il sangue del leone nelle sue vene!...§